Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pigliaru: la Regione farà il suo dovere

Fonte: L'Unione Sarda
26 agosto 2015

 

Dieci domande precise (elencate nel grafico accanto) e alla fine, con un lungo comunicato, la Regione risponde a malapena alla metà dei quesiti. Sono le informazioni messe insieme dagli uffici dopo le richieste del nostro giornale. È vero che il presidente era all'estero per qualche giorno di vacanza, è vero anche che la questione migranti fa ufficialmente capo alla prefettura. Però, data l'emergenza epocale che (anche) la Sardegna sta affrontando quest'estate, la Giunta avrebbe già dovuto da mesi organizzare una “macchina da guerra” e conoscere i numeri uno per uno.
Fermo restando che «la politica della solidarietà e della cura verso chi ha maggiormente bisogno e l'apertura a prospettive di integrazione sono e saranno caratteristica di questo governo regionale», dice Francesco Pigliaru, «è d'altro canto doveroso da parte del Governo nazionale, come abbiamo fatto più volte rilevare, programmare i flussi ed evitare che arrivino migranti che qui non vogliono restare».
Da ricordare che due settimane fa è venuto a Cagliari Mario Morcone, capo dipartimento per l'immigrazione del ministero dell'Interno, per un «tavolo di coordinamento» in cui non è stato deciso nulla di nulla.
La domanda 1 ottiene una risposta: «Attualmente risultano presenti nell'Isola 2479 migranti». Sottolinea la nota di viale Trento che «i migranti che arrivano in Italia (89.083 dal primo gennaio al 31 luglio 2015) sono suddivisi tra le regioni secondo quote definite dal Viminale, in seguito all'intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni nel luglio 2014». Alla Sardegna spetta circa il 2% del totale, «una delle percentuali più basse d'Italia», poi, il 13 agosto scorso, «il ministero ha previsto un incremento», non per tutte le regioni, e la nostra quota «è salita al 2,96%, con ulteriori 1078 unità».
Domanda 2 : nessuna risposta.
Domanda 3 : in quali strutture sono ospitati? «La Sardegna accoglie queste persone in 61 strutture temporanee selezionate tramite procedure di evidenza pubblica e, pertanto, sono quelle che rientrano nelle graduatorie relative ai bandi pubblicati dalle prefetture provinciali per la gestione dell'accoglienza. La ripartizione a livello regionale è fatta dalla prefettura di Cagliari, la divisione nelle singole strutture è fatta dalle prefetture».
Domanda 4 : nessuna risposta.
Domanda 5 : risposta generica, da estrapolare. «È in capo alle prefetture la competenza primaria con compiti di coordinamento e controllo in relazione a tutte le singole fasi...».
Domanda 6 : nessuna risposta.
Domanda 7 : nessuna risposta.
Domanda 8 : vedere risposta alla terza domanda.
Domanda 9 : nessuna risposta. Si sa soltanto che, in base all'aumento della quota percentuale, «alla Sardegna possono essere assegnati in totale 3240 migranti». Se oggi ce ne sono 2479, ce ne dovrebbero spettare soltanto altri 761.
Domanda 10 : la risposta non è precisa, ma è no. Cioè a oggi non esiste un piano per l'integrazione di chi decidesse di restare qui.
Spiega il comunicato della Regione che «non appena saranno disponibili i dati che confermano la volontà dei migranti di fermarsi temporaneamente o stabilmente nell'Isola, la Regione valuterà l'attivazione del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)». Per far decollare il sistema «la Regione metterà a disposizione un coordinamento apposito». E ancora, «la programmazione, sempre più urgente, è ovviamente legata alla disponibilità di numeri certi sugli arrivi, le permanenze e le risorse, anche finanziarie, che devono essere fornite dal Governo nazionale».
Comunque, «sono già allo studio programmi funzionali all'integrazione quali l'attivazione di corsi di lingua, l'inserimento dei bambini nelle scuole e pratiche di coinvolgimento nella vita attiva delle comunità. Particolare attenzione è riservata alle vicende che riguardano i minori. Su questi punti è stato attivato un coordinamento interassessoriale in contatto con l'Anci che completerà, entro la metà di settembre, una prima relazione per attività specifiche».
A proposito, il presidente dell'Anci, Pier Sandro Scano, ha sostenuto e continua a sostenere che i Comuni «non ce la fanno a sobbarcarsi il costo per tenere i bimbi nelle strutture protette, che i 45 euro al giorno previsti (che tra parentesi arrivano in enorme ritardo) sono la metà della cifra effettivamente necessaria».
Cristina Cossu