Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Nell'edificio dell'Aeronautica militare nuove abitazioni o servizi turistici»

Fonte: L'Unione Sarda
10 agosto 2015

MONTE URPINU.

Il consigliere Lobina e la lista Cambiavento: no all'asta della Regione, è della città 

La cessione a privati dell'alloggio del comandante nell'ex deposito carburanti dell'Aeronautica militare a Monte Urpinu sarebbe un errore: «Per il suo alto valore storico ambientale è da considerarsi strategico per la valorizzazione di Cagliari e dell'area vasta», perché «collega il Parco regionale di Molentargius a quello cittadino» del colle. Quindi il bando di gara predisposto dall'amministrazione di via Trento va «immediatamente sospeso». È l'appello di Enrico Lobina, consigliere comunale del gruppo “Sardegna sovrana” e componente di “Cagliari Città Capitale”, il “laboratorio” attraverso cui l'esponente politico ha anche sollecitato la convocazione di «una conferenza pubblica aperta a tutti i soggetti interessati alla valorizzazione dei beni messi in vendita a Cagliari». Il caseggiato potrebbe essere destinato a «scopi produttivi o turistici, all'housing sociale, a nuove abitazioni». Opinione condivisa dai componenti della lista civica “Cambiavento” dei Riformatori: quel «patrimonio non può finire nelle mani di un privato» ma «deve essere messo a disposizione della comunità». Il Comune «deve acquistare gli alloggi» da riconvertire «con l'intervento di privati in attività commerciali e punti di ristoro in un'area» che comprende anche l'ex deposito, ampia «14 ettari» e «ricca di vegetazione nella quale creare dei percorsi naturalistici e praticare diversi sport».
Si fa riferimento alla decisione della Regione di cedere una lunga serie di beni immobili di sua proprietà inutilizzati o ritenuti superflui coi quali fare cassa: appartamenti, locali commerciali, capannoni industriali, un ex carcere minorile e così via. In più si risparmierebbe sui costi di manutenzione. C'è l'autoparco dell'Ersat in via San Bartolomeo, a breve distanza dal Poetto, fabbricato industriale di 2 mila metri quadrati con magazzini, capannoni e officine che si estendono su oltre un ettaro. Ci sono le palazzine ex Telecom di via Bainsizza: 14 appartamenti con cantina. Quindi l'ex carcere minorile di Giorgino in viale Pula, tra la strada statale 195 e la spiaggia: 1.900 metri quadrati di coperto su una superficie di 4 mila. Gli appartamenti in via Vittorio Veneto, quelli dell'ex “palazzina autisti regionale”, i tre in via Bottego, quelli in via Dante e in via Satta, l'abitazione e i due locali commerciali nel corso Vittorio Emanuele. «La vendita è importante per la Regione», ha spiegato Cristiano Erriu, assessore agli Enti locali, «si tratta di beni dall'alto valore economico ma non culturale, non più utili e per i quali si sostengono costi».
Tra questi spicca proprio l'alloggio del comandante in via Cagna. Di categoria catastale A/3, l'edificio è composto da undici vani che occupano una superficie di 3.350 metri quadrati. L'area è edificabile ed è facile intuire quale sarebbe il margine di guadagno nel caso in cui su quell'area fosse edificata una palazzina con appartamenti. Il bando regionale per la cessione dei 14 lotti supera complessivamente i 20 milioni di euro, prezzo fissato dai tecnici dell'Agenzia del territorio, e le offerte (segrete) devono essere presentate entro il 2 ottobre.
Per evitare di arrivare a ridosso del termine, Lobina e Cambiavento hanno chiesto ora di bloccare il bando. La lista civica ha suggerito di «trasformare le nostre fortune in opportunità, lavoro e reddito. In questo caso, a beneficio di tanti e non del solo acquirente privato». Il consigliere ha attaccato l'iniziativa della Regione che, a suo dire, «ricorda l'operazione “SCIP 2” voluta dal ministro Giulio Tremonti durante il Governo Berlusconi e conclusasi con un totale fallimento». Scip 1 e Scip 2 erano le cartolarizzazioni che dal 2001 al 2009 avevano portato lo Stato e gli enti previdenziali a cedere in tutta Italia oltre 90 mila unità immobiliari (circa l'85 per cento a uso residenziale, la parte restante a uso commerciale) per ottenere introiti stimati in 6,6 miliardi di euro. Secondo Lobina sarebbe necessario «ricordare quanto dichiarato dal compianto Mario Melis», ex presidente della Regione, «durante la Conferenza regionale sulle servitù militari del 1981: Dovremmo farci promotori insieme alle altre regioni di una nuova legge che imponga al ministero della Difesa la restituzione gratuita alle comunità locali, col vincolo di destinazione a usi pubblici, dei beni dismessi dall'autorità militare. Onde evitare operazioni di tipo speculativo dovrà essere evitata la cessione a privati ». Invece «se l'obiettivo è svendere il patrimonio solo per coprire buchi, è un'operazione di destra», ha detto Lobina: «Non sappiamo neanche come saranno organizzate le risorse da incassare. Ma la città ha bisogno di spazi, di fornire servizi alla persona e utilizzare i suoi immobili a fini sociali».
An. M.