SVIMEZ. Gli indicatori mostrano un allarmante decadimento. Botta e risposta sulle cause Sardegna in retromarcia: meno 11,9 di Pil tra il 2008 e il 2014
I numeri dell'economia del Mezzogiorno sono peggiori di quelli della Grecia. Basterebbe questo per riassumere il rapporto presentato dallo Svimez. Gli indici macroeconomici della Sardegna non fanno eccezione. L'Isola si può consolare con il podio relativo al Pil pro capite; con 18.808 euro è preceduta solo dall'Abruzzo con 22.927 euro. Le tabelle della Svimez parlano chiaro: tra il 2008 e il 2014 il prodotto interno lordo dell'Isola è sceso dell'11,9%. Nel 2014 il calo è stato dell'1,6. Persino la Calabria, la regione più povera d'Italia, è riuscita a fare meglio. Senza il sostegno agli investimenti le regioni meridionali rischiano di essere condannate ad una situazione di «sottosviluppo permanente».
Negativi anche i dati sulla disoccupazione. Il Mezzogiorno tra il 2008 ed il 2014 ha registrato una caduta dell'occupazione del 9%, a fronte del -1,4% del Centro-Nord, oltre sei volte in più. Delle 811mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro nel periodo in questione, ben 576mila sono residenti nel Mezzogiorno. Preoccupa inoltre l'incedere della povertà: su questo fronte l'Isola si attesta però su un dato equivalente alla media nazionale.
Salvatore Cicu, europarlamentare Ppe, parla di un dramma senza precedenti: «Serve un piano regionale per il lavoro per tutelare le nostre eccellenze e far ripartire l'edilizia. Sul tema lavoro la Giunta Pigliaru sta ferma a guardare». L'ex governatore Ugo Cappellacci è invece preoccupato dal crollo delle nascite: «Occorre invertire la rotta ed evitare uno tsunami demografico». Critico anche il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis: «Dati impietosi che sbugiardano il trionfalismo renziano e la prosopopea di Pigliaru».
La preoccupazione trova spazio anche nel centrosinistra. Antonio Satta, leader dell'Upc, suggerisce l'adozione di un piano industriale regionale: «Senza correttivi la situazione precipiterà ulteriormente. In questi anni sono stati i Comuni a fronteggiare la povertà». Silvio Lai, senatore del Pd, attacca invece gli esponenti del centrodestra che hanno avuto il coraggio di commentare i risultati imputabili alla loro gestione. L'ex segretario regionale del Pd ricorda che mentre il Pil sardo crollava l'Italia e la Sardegna erano governate dal Pdl: «Se non fosse un dato drammatico, potremmo dire di essere al ridicolo. Siamo di fronte a danni già emersi in questi anni, e causati dalla scellerata gestione di Forza Italia e dei suoi sodali sardi. Crediti non richiesti allo Stato se non alla fine del mandato, 400 milioni all'anno di costi maggiori per la sanità, un danno di 75 milioni di euro complessivi per la flotta sarda».
Sulla stessa lunghezza d'onda Virginia Mura, assessore regionale al Lavoro: «I dati fotografano il disastro compiuti da Cappellacci. A seguito delle nostre politiche attive sul lavoro, i primi indicatori 2015 segnano già un piccolo incremento dell'occupazione, con un'evidente inversione di rotta. Il programma Flexicurity sta andando molto bene».
Interviene sui dati dello Svimez anche la Cisl. Oriana Putzolu, segretaria regionale del sindacato, invita la Giunta all'azione: «Sono necessarie politiche economiche coraggiose».
Matteo Mascia