Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pasta e pane, rincari del 18 per cento

Fonte: L'Unione Sarda
15 maggio 2008

Pasta e pane, rincari del 18 per cento
A Cagliari e Reggio Calabria il record dell'aumento dei prezzi
L'Istat conferma: ad aprile i rincari hanno interessato soprattutto i beni primari, pane, pasta e latte. E Cagliari è sempre la città più cara.
Spesa quotidiana sempre più cara per le famiglie italiane e per quelle sarde in particolare. L'inflazione per i prodotti acquistati con maggior frequenza è infatti volata ad aprile ben oltre il tasso generale: mentre l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del +3,3%, restando stabile rispetto a marzo e ai massimi dal settembre del '96. Per i prodotti che compongono la spesa di tutti i giorni, come pane e pasta, carburante, trasporti urbani, spese per l'affitto, giornali e periodici, l'impennata dei prezzi è stata addirittura del +5,1%, anche se in leggero calo rispetto a marzo (+5,2%). Mentre Cagliari si conferma tra la città più calda d'Italia, insieme a Reggio Calabria, sul fronte degli aumenti dei prezzi.
I NUMERI L'inflazione di aprile, secondo i dati dell'Istat, che ha confermato le stime preliminari, rivedendo al rialzo il dato congiunturale (+0,2%), è il risultato di un'accelerazione della crescita dei prezzi dei beni (+3,7%, in accelerazione continua da settembre scorso), in particolare quelli di largo consumo, rappresentati in larga misura dagli alimentari (+5,1%) e da una contemporanea riduzione del tasso di crescita dei prezzi dei servizi (+2,9%). I rincari ad aprile sono stati particolarmente salati soprattutto per i prodotti alimentari (comprese le bevande alcoliche), aumentati del +5,5% rispetto ad un anno fa: spicca, in particolare, l'ulteriore accelerazione della crescita dei prezzi di pane e cereali, passata al +10,6% su base annua, dal 10,1% di marzo. Nello specifico, il prezzo del pane è aumentato del 13% rispetto ad aprile 2007, mentre quello della pasta è cresciuto addirittura del 18,7% (+1,9% rispetto a marzo), in accelerazione rispetto al +16,8% tendenziale di marzo. Rincari anche per latte, formaggi e uova (+8,3%), con un incremento che sfiora l'11% (+10,9%) per il latte. Sempre più salati anche i prezzi della frutta, che crescono ad aprile del 6,3% (contro il +5,7% a marzo). Rallentano invece i rincari per gli ortaggi (+3,3%) e la carne (+3,7%), compreso il pollo (-0,3% congiunturale e +5,4% su base annua).
ENERGIA Prezzi sempre più alti anche nel comparto energetico, con rincari che toccano ad aprile le due cifre (+10,5% tendenziale, dal +9,6% di marzo), sostenuti dall'impennata dei prezzi del gasolio (+19,3%) e della benzina verde (+8,8%, ma -0,9% su base mensile), e dal forte aumento delle tariffe elettriche (+9,2% su base annua e +3,3% su base mensile) e del gas (+7,7% e +3,1%).
Rialzi anche per gli affitti (+2,2%) e i trasporti stradali (+5,8%), mentre rallentano i rincari delle tariffe aeree (+6,9%, dal +10,8% a marzo). Più contenuta la crescita dei listini per abbigliamento e calzature (+1,7%), mentre gli unici a calare restano i prezzi dei medicinali (-6,7%) e degli apparecchi telefonici (-15,4%).
COMMISSIONE EUROPEA Il mese di aprile segna la frenata più consistente della corsa al rialzo dei prezzi agricoli alla produzione (in particolare cereali, bestiame e lattiero-caseari) con un “raffreddamento” destinato a proseguire nel tempo. Un trend che però non ha “contagiato” i prezzi al dettaglio. L'inevitabile conseguenza è il calo dei consumi con riduzioni record - secondo quanto segnala Coldiretti - proprio per il pane (-5,5%) e la pasta (-2,5%). Per quanto riguarda i prezzi alla produzione si tratta di una tendenza già messa in evidenza dalla Commissione europea che, proprio ieri, ha sottolineato come per i principali alimenti, come latte e pane, il picco sia stato raggiunto e, quindi, se si escludono mais e soia, in Europa si sta andando verso la stabilizzazione.
CAGLIARI Reggio Calabria e Cagliari sono risultate le due città con i prezzi più caldi d'Italia, con un +4% di aumento del costo della vita, mentre la più fredda è invece Trento (+2,6%). Nella parte alta di questa “classifica” vi sono anche Torino, l'Aquila, Napoli con +3,8%, Campobasso e Bari +3,4%, Potenza e Palermo segnano un +3,3%, Aosta un +3,2%, mentre Milano e Genova un 3,1%.
L'ANALISI Secondo le associazioni dei consumatori, però, i dati dell'Istat sono sottostimati: se si dovesse fare il calcolo di tutti gli aumenti, sostengono Adusbef e Federconsumatori, il tasso di inflazione sulla spesa quotidiana si attesterebbe addirittura al +8,4%, con una caduta del potere d'acquisto di 1.740 euro l'anno. E mentre il Codacons quantifica che i rincari si tradurranno in una stangata di almeno a 1.300 euro a fine anno per le famiglie, Cia e Coldiretti rilevano un calo dei consumi alimentari come conseguenza dei rincari. Da più parti intanto si chiede l'intervento del nuovo governo, e l'Ugl evidenzia anche la necessità di rivedere il paniere. Che l'inflazione sia un problema l'ha ammesso ieri anche il ministro dell'economia Giulio Tremonti, mentre il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha evidenziato l'urgenza per l'Italia di dotarsi al più presto di un piano energetico per diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dal petrolio.