Rassegna Stampa

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Monte Urpinu abbandonato: ecco cosa resta del belvedere-gelateria

Fonte: web Castedduonline.it
22 luglio 2015

 


Dove un tempo c'era la movida, è rimasto il degrado, tra sterpaglie e strutture abbandonate. Un polmone verde in apnea, poco valorizzato a Cagliari


Autore: Redazione Casteddu Online il 21/07/2015 14:30

 

 

 

 


Da un lato, è la meta ideale per chi vuole godere del bellissimo panorama. Dal “Belvedere”, è possibile infatti scrutare il Golfo degli Angeli, la Sella del Diavolo, lo stagno di Molentargius e le sue Saline, il Poetto. E poi, il fascino di quella parte della città, dei quartieri storici, con in lontananza anche Castello. Ma c’è l’altra parte di “medaglia”, che di “Belvedere” ha proprio ben poco: degrado, un luogo completamente dimenticato da tutti, anche dal Comune di Cagliari, sebbene a poche centinaia di metri lineari, il polmone verde con annessi i laghi per le oche, giochi per i bimbi è preso d’assalto da tanti frequentatori per salutari passeggiate e non solo. Privo di sorveglianza, le aree verdi e adibite alle salubri passeggiate sono inesistenti: al loro posto erba secca, sporcizia, coperture divelte, piattaforme e pedane in legno oramai inservibili. Eppure, oltre quel cancello di colore verde, s’intravvede un’area che potrebbe essere invece uno dei luoghi di relax alternativo per tanti cittadini. Tra sterpaglie, strutture in legno semi-smontate e parti di arredi abbandonati, è questa l’attuale “carta di identità” dell’ex locale notturno/gelateria/lounge bar “Sesto Senso” (agli albori, denominato “Il Pashà” – Gelateria Belvedere), situato nel cuore di Monte Urpinu. La nostra redazione si occupò della vicenda già nel 2013, ma da allora nulla è cambiato.

 

L’AREA FANTASMA. Percorrendo l’intero perimetro dell’area lasciata in estremo degrado, si possono constatare i resti di alcuni fortini che, durante la Seconda Guerra Mondiale, ospitavano le batterie della contraerea. L’epilogo della vicenda che ruotava attorno al locale all'aperto di Monte Urpinu, è abbastanza nota: la musica, a quanto pare, andava oltre i decibel consentiti e si ballava, contrariamente a quanto riportavano le  autorizzazioni e le licenze in possesso dei titolari della struttura, concessa tempo fa in gestione dal Comune.  Le proteste degli abitanti del quartiere, fecero il resto, scattarono i sigilli, con lamentele e denunce dei residenti della zona che accusavano gli ex proprietari di disturbo alla quiete notturna. Ora però, dopo alcuni anni, perché nessuno si occupa di recuperare la struttura sistemando l’area e magari, pensando ad aprire qualche nuova attività soprattutto diurna? Al di la di questo, perché non renderla invece totalmente fruibile ai cittadini, con un piccolo parco per i bambini o per gli animali? Domande che giriamo agli uffici comunali competenti in materia. Servizio curato dal giornalista/fotografo, Alessandro Congia per www.castedduonline.it.