Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Eternit e diossina nell'ex discarica «I nostri cari rischiano un tumore»

Fonte: L'Unione Sarda
22 luglio 2015

SAN LORENZO.

Per la bonifica servono 12 milioni, lettera-appello dei familiari degli operai 

Una bomba ecologica fatta di veleni cancerogeni, per disinnescarla servono 12 milioni ma il Comune non ha ancora i soldi. E i parenti dei lavoratori dell'ex discarica di San Lorenzo, con una lettera lanciano un appello a Municipio, Provincia, Arpas e Asl: «I risultati ufficiali delle analisi sui terreni e sulla falda», scrivono, «dimostrano che l'ambiente in cui operano i nostri cari è malsano: si deve aspettare il tumore o chi ci lavora può sperare in una messa in sicurezza?».
IL MUNICIPIO Un abbozzo di rassicurazione arriva dal Comune: «Abbiamo trovato 1,6 milioni di euro per i primi interventi, stiamo preparando i progetti», spiega il presidente della commissione Servizi tecnologici, Fabrizio Marcello, che però aggiunge: «Per la bonifica definitiva di quell'area, secondo le nostre stime, servono circa 12 milioni di euro. Fondi che il Comune adesso non ha. Ci rivolgeremo alla Regione e, se sarà necessario, all'Europa». La strada verso il risanamento è ancora lunga.
VELENI Cosa nasconde quella collina accanto all'ex inceneritore, cresciuta nel corso dei decenni a San Lorenzo, accanto alla 131 Dir in direzione Cagliari, è rivelato nei verbali delle conferenze dei servizi convocate fin dal 2009: si sono stratificate tonnellate di immondizia, poi ricoperte con terra. Secondo le analisi condotte dalla società Ecoterm per conto del Comune, un cancerogeno come l'arsenico ha contaminato la falda d'acqua che sta a otto metri di profondità. E lì sotto, in concentrazioni oltre la soglia di legge, ci sono anche: solfati, boro, manganese, cadmio, ferro e nichel. Abbandonati in superficie, poi, ci sono lastroni di amianto frammentati, quindi pericolosi. È bastato rendere pubblici i risultati dei sondaggi sotterranei per scatenare la preoccupazione di coloro che lavorano nel sito, e dei loro parenti.
LETTERA In una lettera lanciano un appello alle “istituzioni competenti”: nell'ex inceneritore non c'è solo chi movimenta i rifiuti. «Operai, impiegati, guardie giurate. Lì ci sono persone. Possono usufruire di altri spazi vuoti che Comune, Provincia e Regione hanno a disposizione e dove l'aria è respirabile?». Finora nessuna risposta è arrivata: «Il prossimo passo sarà la denuncia in Procura», annunciano firmandosi “parenti disperati”. «Gli uffici sono lontano dalla collina», spiega Marcello, «ma è certo che sia necessaria la bonifica. Quella è una collina di rifiuti, con eternit e diossina». Certezze, in attesa dei soldi.
Enrico Fresu