In Sardegna 130mila poveri. Via a un tavolo di emergenza regionale
Cinquantasettemila famiglie sarde non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. L'Isola si conferma terra dal forte disagio sociale. Acli e sindacati in autunno iniziano una raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare, "prima vogliamo incontrare Pigliaru".
CAGLIARI - La povertà continua ad asfissiare una larga percentuale di sardi: centotrentamila poveri, dai di due anni fa che fotografano la drammaticità del quotidiano di 57mila famiglie sarde. Povertà con la P maiuscola, per intenderci. Di quella che non consente di mettere insieme ogni giorno il pranzo con la cena e porta a forti disequilibri sociali. Le cifre vengono fornite dall'Acli, insieme a Cgil, Cisl, Uil e Caritas. Che fare? Le soluzioni-ricette sono diverse: dal mantenimento del tavolo regionale dell'alleanza contro la povertà al reddito di inclusione sociale.
Le proposte non mancano: dopo l'estate via a una raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare a livello nazionale. Con la promozione del reddito di inclusione sociale, possibile "erogare soldi fino a raggiungere la soglia minima di povertà assoluta, ma anche un nuovo welfare da stilare insieme alle amministrazioni comunali che devono essere coinvolte. Tutte le sigle fanno inoltre quadrato nel chiedere al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, un incontro in tempi brevi per discutere di quello che è tra i maggiori nervi scoperti dell'intero territorio.