Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Coop sociali in crisi, «fare sistema»

Fonte: La Nuova Sardegna
6 marzo 2009

VENERDÌ, 06 MARZO 2009

Pagina 1 - Cagliari

L’assemblea regionale della Lega traccia un bilancio negativo del rapporto con le amministrazioni pubbliche 



«Rivedere il tariffario e consorziarsi per evitare una guerra tra poveri»




PABLO SOLE

CAGLIARI. Il futuro delle cooperative sociali è legato a doppio filo all’adeguamento del tariffario regionale e al “fare sistema”. La tesi è emersa durante l’assemblea “Cooperazione sociale tra realtà e sviluppo... si può fare”, organizzata ieri da Legacoopsociali. Il quadro complessivo, come sottolineato dal segretario regionale Enzo Porcu, rivela molte ombre: ‹‹Le cooperative collaborano soprattutto con la pubblica amministrazione, che spesso vede nell’esternalizzazione dei servizi un modo per tagliare i costi e non tiene conto del fatto che in questo modo le coop spesso devono far fronte a serie difficoltà economiche. Questo perché viene richiesta loro una mole di servizi ingente, alla quale però non corrisponde un adeguato tornaconto economico. Vi è quindi la necessità, insieme alla Regione, di ridefinire il tariffario per le prestazioni garantite - sottolinea Porcu - senza dimenticare che un aiuto importante può arrivare dalla stessa organizzazione delle cooperative: bisogna “fare sistema” e consorziarsi: questo riduce i costi sostenuti e permette quindi guadagni più significativi››. Insomma, che si parli di commercio, agricoltura, artigianato o cooperazione sociale, la ricetta è sempre la stessa: studiare forme di aggregazione tra i soggetti coinvolti e tentare, in questo modo, di ammorbidire gli effetti di una crisi sempre più pressante che non risparmia il versante economico e tantomeno il sociale. Avverte però Enzo Porcu: ‹‹Purtroppo, su questo versante soffriamo una diffidenza endemica tipica della Sardegna che si riscontra anche in altri campi: si evita l’aggregazione, ad esempio, per paura di non trovare spazi d’azione. Ma così facendo si alimenta una situazione già di per sé abbastanza precaria e non si riesce a crescere››. Il risultato, in alcuni casi, è la classica “guerra tra poveri”: pur di aggiudicarsi un appalto, le coop giocano al minimo ribasso e tirano a campare. ‹‹Da un lato è normale che si debbano salvaguardare i soci - aggiunge il segretario regionale di Legacoopsociali - ma non dimentichiamo nemmeno che una delle funzioni peculiari delle cooperative risiede nella promozione della coesione sociale. Per questo riteniamo che sia importante metter mano e rivedere i meccanismi dell’intero settore. Le risorse peraltro non mancano: occorre solo distribuirle in base ai servizi resi dalle coop››. Che il più delle volte puntano su prestazioni generiche, andando di fatto a rimpolpare un mercato spesso saturo. Ecco perché, come è emerso dai lavori dell’assemblea, uno dei punti di forza che potrebbe garantire un salto di qualità sta nella specializzazione dei servizi resi. ‹‹Operare in questo campo significa spesso barcamenarsi tra mille difficoltà - dice Porcu -. Di certo non possiamo ostacolare la costituzione di nuove associazioni, semmai tentiamo di indirizzare i nuovi soggetti verso nuovi mercati e questo anche perché spesso si ha la tendenza di andare a operare laddove i servizi sono già garantiti e da più soggetti››.