Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Oggi una famiglia deve lasciare l'abitazione in cui vive da 30 anni Sfrattati da Molentargius: abban

Fonte: L'Unione Sarda
23 giugno 2015

 


Sono rimasti in silenzio per tanto tempo. Ora che le ruspe stanno per accendersi e radere al suolo la loro casa, mandano in malora la diplomazia: «Dopo trent'anni ci cacciano di casa. Vi prego, aiutateci». Lazzarino e Giancarlo Porcu non se ne fanno una ragione. È arrivato il giorno: gli incaricati del Comune di Cagliari si devono presentare oggi, in via del Sale, a Medau su Cramu, a Molentargius, per «prendere possesso dell'abitazione», si legge nella lettera inviata a inizio giugno dall'assessorato al Patrimonio. Riga dopo riga, quasi sono svenuti: «Avviso di immissione nel possesso e di sgombero. In caso di resistenza attiva o passiva verrà richiesta l'assistenza della forza pubblica».
I RICORSI I due fratelli parlano di «sacrifici di una vita buttati al vento per una burocrazia che si sveglia all'improvviso. Eppure, fino a un anno fa, eravamo convinti che nostra richiesta di sanatoria fosse stata accettata. Ora stiamo aspettando l'udienza per il ricorso che abbiamo presentato al Consiglio di Stato, fissata il 14 luglio. Ma il Comune anticipa i tempi. Nostra madre è malata, ancora non le abbiamo detto nulla, non sappiamo dove andare a vivere». Non proprio una doccia fredda: il Tar aveva rigettato i ricorsi presentati dai fratelli, autorizzando il Municipio a procedere con l'abbattimento, come chiesto dall'Ufficio esecuzioni penali della Procura. I Porcu hanno tappezzato la zona di richieste d'aiuto, le figlie stanno facendo girare sms tra tutti i loro contatti: «Vi chiediamo di dimostrare l'umanità che a loro manca, presentatevi alle 8 del mattino davanti alla nostra casa, civico 4».
LA STORIA È l'ultimo atto di una storia intricatissima, fatta di ricorsi e controricorsi, iniziata negli anni '80. La casa viene costruita dal padre dei fratelli Porcu 31 anni fa. Nel 1985 le famiglie - ricostruiscono - presentano la richiesta di sanatoria. Non arriva nessuna risposta: «Il Comune ha l'obbligo di rispondere, dopodiché scatta il tacito assenso. Eravamo tranquilli, al punto che non abbiamo nemmeno presentato domanda per le successive sanatorie, nel 1993 e nel 2004», dice Joanne Woolgar, moglie di Lazzarino.
Ha annunciato la sua presenza anche il Movimento Anti-Equitalia: «Quando i cittadini costruiscono una casa con i loro sacrifici - dice Fabrizio Fadda - devono essere aiutati. Dimostrate la vostra solidarietà».
Mariangela Lampis