Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lavoratori licenziati, la firma della tregua

Fonte: La Nuova Sardegna
5 marzo 2009

GIOVEDÌ, 05 MARZO 2009

Pagina 2 - Cagliari

di Alessandra Sallemi



In ballo il contratto di solidarietà che salva tutti ma taglia i salari



Incontro all’autorità portuale tra azienda e sindacati per trattare anche sulla limpidezza delle procedure

CAGLIARI. Oggi si firma l’accordo per non licenziare i lavoratori del porto storico. Lo annuncia il presidente dell’autorità portuale, Paolo Fadda, che fa sapere dell’incontro alle 16.30 nella sede dell’authority con azienda, sindacati cittadini e delegati dei lavoratori. Giornata fondamentale, dopo settimane di risse a distanza e tensioni sfociate con forza lunedì sotto le finestre dell’authority: non ci si aspettava la lettera da un’azienda ormai leader dei traffici Tirrenia e Grimaldi.
L’azienda, invece, Cagliari Ro-Ro, lamenta una diminuzione del lavoro «per 1.500 ore» spiega Alessandro Bianco della Cgil. «Il 20 febbraio ha inviato una lettera a quattro operatori (non sono nove, come riportato ieri) cui annunciava che sarebbero stati licenziati a partire dal 2 marzo» aggiunge Corrado Pani della Csil. Diversa l’interpretazione del gesto da parte delle varie anime sindacali del porto: per alcuni è stata una pesante forzatura sulla pelle dei dipendenti; per altri un modo per mettere sul tavolo il problema dando il tempo ai sindacati di chiedere e ottenere una trattativa che avviasse i contratti di solidarietà. «Io confermo - afferma il presidente dell’autorità portuale Paolo Fadda, titolare della responsabilità di garantire il rispetto dei contratti, i controlli sulla sicurezza ecc. - che la proposta di avviare le procedure per i contratti di solidarietà è arrivata dall’azienda due settimane fa e poi l’altro giorno. L’azienda voleva scongiurare i licenziamenti, l’incontro di oggi si chiuderà con un accordo in questo senso». Un’anima del sindacato dubita e aspetta di vedere come andrà. Un’altra si dice certa che, così come è stato concesso il congelamento dei licenziamenti in attesa dell’incontro di oggi, dall’accordo uscirà la possibilità di tenere tutti i lavoratori, pur con qualche ora di lavoro in meno ciascuno e quindi un salario inferiore per ogni dipendente. E’ qui che sta il nocciolo della discussione, oggi prossima alla conclusione perché ogni parte sarà costretta a svelare le proprie intenzioni.
Dice Bianco: «Speriamo che l’accordo si possa firmare, ma mi pare difficile perché l’azienda vorrebbe mantenere lo stesso numero di ore lavorate nel porto, però decurtando i salari. Noi diciamo: se il lavoro non c’è perché si deve tagliare i salari ma non l’orario? Inoltre si badi che l’Inps, che eroga il 60 per cento dello stipendio di solidarietà, non accetta le pratiche se non si precisa di quante ore il lavoro deve essere ridotto. Inoltre bisogna chiarire che la lettera in cui si dichiara lo stato di sofferenza è arrivata solo lunedì scorso e le dichiarazioni sul contratto di solidarietà le hanno fatte solo a parole. Perché non hanno messo per iscritto tutto subito?». Pani spiega che l’azienda avrebbe tergiversato perché stava facendo il conto esatto dei semirimorchi in meno programmati a partire da una certa data. «Nel porto la situazione non è semplice - spiega - ci sono lavori nei moli, l’autorità portuale conta di finire al più presto il restauro del Sabaudo, ma l’incertezza dipende dal fatto che le navi spesso sono arrivate in ritardo per il maltempo e trovavano i pochi accosti già occupati. L’azienda non aveva ancora certezza del periodo in cui avrebbe dovuto fare a meno dei lavoratori. Ma l’Inps non accetta pratiche incomplete: dovranno specificare tutto». Il timore confessato a metà è che il lavoro nella sostanza ci sia, le contrazioni non sarebbero enormi, ma in un momento di crisi si preferisce continuare a lavorare a pieno ritmo facendo guadagnare «il 12 per cento in meno ai lavoratori, tutti i lavoratori».