Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nuovo sit-in per dire no a basi e scorie

Fonte: La Nuova Sardegna
16 giugno 2015

Dopo i disordini di Decimomannu gli attivisti rinnovano la protesta in piazza del Carmine


CAGLIARI La manifestazione di giovedì organizzata davanti all’aeroporto militare di Decimomannu e il deposito unico delle scorie nucleari sono stati i temi più dibattuti durante il sit-in antimilitarista in piazza del Carmine a Cagliari. Anche ieri - come ogni 15 del mese negli ultimi quattro anni - i movimenti che si battono contro i poligoni, si sono dati appuntamento per chiedere le bonifiche e la liberazione delle strutture militari in Sardegna. «Continuiamo a fare come le madri di Plaza de Majo», ha ribadito Mariella Cao leader del movimento «Gettiamo le basi» che da sempre si batte contro le basi e che - assieme al Presidio di piazzale Trento, i No Scorias, il comitato Su Sentidu - ha organizzato il presidio, cui hanno preso parte una ventina di manifestanti. La richiesta di chiudere le basi è stata ribadita a chiare lettere da Mariella Cao. Per altro verso in questo momento preoccupa molto la destinazione del sito unico per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Dopo una serie di rinvii, entro luglio l’Ispra, l’istituto superiore per la ricerca ambientale, dovrebbe comunicare le proposte sulle regioni idonee a ospitare il deposito nucleare e il timore degli attivisti è che possa essere scelta la Sardegna, già gravata da oltre il 60 per cento del demanio militare italiano. «Siamo al paradosso che, contro il deposito, sta facendo più la chiesa che la Regione. E parlo da atea», è la denuncia di Cao che si riferisce al 7 giugno quando, durante la manifestazione contro il deposito, diverse parrocchie hanno fatto suonare le campane in segno di solidarietà con il presidio. Il problema delle basi e quello della scelta per il deposito unico delle scorie nucleari sono ormai legati e vengono discussi assieme. Ma l’altro tema che ha animato le discussioni dei manifestanti, è stato l’andamento della manifestazione organizzata giovedì 11 giugno a Decimomannu, durante la quale il corteo è stato caricato dalla polizia. Nessuno degli attivisti era presente agli scontri (erano andati via). «Ho visto che c’erano molti ragazzi giovani, alcuni stranieri. Ma non ho visto black bloc» è sicuro Giancarlo Piras, ex poliziotto e portavoce del movimento Genitori miliari vittime dell’uranio impoverito. Piras ha partecipato alla protesta di giovedì 11 giugno e ha colto l’occasione del presidio di ieri per ribadire la sua contrarietà alle forme violente di dissenso. «Anche se devo dire – ha affermato Pira - che da subito mi è sembrato strano che la polizia avesse permesso al corteo di raggiungere un punto così isolato e poco visibile dalle case». Infine Piras si è dichiarato convinto che sia tra alcuni attivisti che tra gli agenti, gli animi fossero troppo tesi.