CENTRO STORICO. Appello al prefetto del Comitato Marina e Stampace, rumore no grazie
«Residenti esasperati: c'è chi lancia uova, acqua. L'ultimo episodio sulle scalette di Santa Teresa: un bicchiere scaraventato a terra, finito in frantumi, per fortuna sull'asfalto». Enrico Marras, presidente del “Comitato Marina e Stampace, rumore no grazie”, li giustifica. Quasi tutte le notti esce di casa e va in strada a chiedere pietà: «Le abbiamo provate tutte, ogni sera la stessa storia. Alcuni locali mettono pure gli altoparlanti in strada, non ne possiamo più».
L'APPELLO AL PREFETTO E allora, il Comitato ha inviato al Prefetto quattro pagine disperate, fitte fitte: «Chiediamo che intervenga - continua Marras - facendo applicare semplicemente i limiti già imposti dal Piano comunale contro l'inquinamento acustico del 1994». E che faccia il possibile per «agire - si legge - con tempestività e urgenza, nell'ambito dei poteri di cui dispone, a protezione dei cittadini gravemente minacciati nella loro integrità fisica e morale».
Le carte da sventolare, ci sono, dice Marras: «Prima fra tutte, la sentenza del Tar dello scorso gennaio, che ha “ammonito” il sindaco per la sua inerzia e per la violazione degli obblighi di intervento. Non solo: il Tribunale amministrativo ha chiesto al Comune di correre ai ripari entro novanta giorni. Il termine è scaduto lo scorso 28 aprile». Ma fino a oggi, recita ancora la lettera, la sentenza non è stata rispettata.
L'ORDINANZA «La nuova ordinanza firmata lo scorso 28 maggio snobba gli obblighi imposti dal Tar e anche dalla Regione, visto che l'Arpas ha chiesto l'adozione di un piano di risanamento acustico. Siamo punto e a capo. Con beffa aggiuntiva: hanno allungato il periodo in cui si può fare musica. Non solo agosto, anche luglio. Eppure è stato certificato che la notte si fa più chiasso rispetto al giorno».
La richiesta assume quasi i toni della supplica: «Faccia qualcosa: è anche una questione di sicurezza e ordine pubblico».
Mariangela Lampis