Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Enrique Vila-Matas racconta perché i libri ci fanno essere «umani pienamente»

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2015


Il festival

 

D i Enrique Vila-Matas potrebbe dirsi ciò che di sé dichiara il protagonista di uno dei suoi romanzi, “Dublinesque”: la sua biografia è la sua biblioteca. Il suo mondo è la letteratura mondiale, al cui interno si muove con disinvolta irriverenza e raffinata ironia. Secondo alcuni critici, «l'insieme dei romanzi, dei saggi e dei racconti di Vila- Matas potrebbero leggersi come un solo libro in cui si narra, da diverse angolature, la storia immaginaria della letteratura moderna e contemporanea». Autore di molti romanzi, tradotto in 36 lingue, uno dei più importanti e originali scrittori spagnoli, sarà ospite stasera di “Leggendo Metropolitano”, per una conferenza, moderata dallo scrittore romano Paolo Di Paolo, dedicata ai libri, che aiutano a conoscere e interpretare il mondo (ore 21, piazza Palazzo).
In uno dei suoi libri chiama la letteratura quella “gran puttana”. Ci spiega?
«Non è che vada in giro a chiamarla così, sebbene sia vero che ci tengo molto. E così nel mio romanzo “Dublinesque”, dove, parlando della decadenza dell'edizione letteraria, parlo -alla maniera di una metafora aperta a tutte le interpretazioni - della “vecchia e gran prostituta della letteratura, oggi sotto la pioggia e all'ultimo molo”».
Lettura digitale, social e blog hanno cambiato modo di leggere e ridotto la nostra capacità di afferrare la complessità di un testo scritto. Condizioneranno anche la nostra capacità di scrivere e capire la letteratura?
«In effetti la stanno cambiando ed è logico perché il mondo non ha mai smesso di cambiare. Ma non dovremo essere orgogliosi di andare incontro a una società analfabeta, perché molto spesso ci si dimentica che i libri ci offrono la più alta forma di “essere umani pienamente”».
Lei ha dichiarato che il mondo è la sua unica ossessione. In che senso?
«Mi si può rimproverare che sono ossessivo, però, a mio avviso nell'arte, molto spesso, ciò che importa è proprio questo, l'ossessione senza freni, la presenza del maniaco dietro l'opera».
Lei è un conoscitore enciclopedico della letteratura mondiale. Della letteratura sarda chi legge e perché?
«Due anni fa, su consiglio di Cristina Soriga, andai in vacanza vicino a Nora. E lì mia moglie, Paula de Parma, comprò “Vita di Eleonora D'Arborea”, di Bianca Pitzorno. Nel frattempo leggevo ammaliato “Sardegna come un'infanzia” di Vittorini».
Franca Rita Porcu