Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sul palcoscenico per dire no ad ogni violenza

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2015


DANZA. “Simili indifferenze”

 


D a tempo danza e teatro puntano lo sguardo su un male diffuso come la violenza di genere, che un numero sempre maggiore di donne trova oggi la forza di denunciare, non solo per via giudiziaria. Ragazze e donne parlano con coraggio delle violenze subite, come da poco ha fatto una studentessa inglese che, sul giornale della propria università (Oxford), ha scritto al suo aggressore. Da noi, il caso più famoso di rinuncia all'anonimato, resta quello di Franca Rame, che, attraverso il teatro, anni fa raccontò la traumatica esperienza dello stupro. Da allora, tante hanno alzato la voce, denunciando abusi e maltrattamenti, consumati il più delle volte tra le mura domestiche. Violenze che da anni hanno finito per trovare una cassa di risonanza anche nell'arte, come accade nella spettacolo di danza “Simili indifferenze”, prodotto da Lucido Sottile, interpretato da Michela Laconi e Valentina Puddu, proposto a Cagliari all'Auditorium Comunale per Find.
Su un palco dove l'unico elemento scenico è rappresentato da un tavolo sotto cui rifugiarsi di tanto in tanto, si incrociano i destini di due donne, ferite nel corpo e nell'animo. Una è stata stuprata, l'altra, riempita di botte. Sotto coni di luce che fissano la quotidianità, le loro storie, fluiscono sentimenti, ricordi, solitudini, incubi, stati d'animo, vergogna, la paura del domani. Lottano con se stesse, risalendo dall'abisso in cui l'uomo le ha cacciate. Si fanno forza l'una con l'altra, e alla fine, dopo vari rifiuti, dividono una mela, simbolo del dolore, mangiata insieme per superare e lasciarsi alle spalle un'esperienza drammatica. Un tema, quello del conflitto, che attraversa anche altri lavori di questa edizione, compresa la pièce “Come lame di luce”, presentata dal Balletto di Sardegna (Cristina Locci, Rachele Montis, Simona Pinna, Matteo Viola), con le coreografie di Matteo Corso e la regia di Senio Dattena. Spettacolo che, prendendo spunto da “Il combattimento di Tancredi e Clorinda”, tratta del contrasto uomo-donna, per poi dipanarsi all'interno della storia che ha per protagonisti dei marionettisti che, in un singolare ribaltamento di ruoli, finiscono per scontrarsi proprio come nella finzione capita alle loro creature.
Carlo Argiolas