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Il futuro di Monumenti Aperti? "È incerto, necessarie più risorse"

Fonte: web SardegnaOggi.it
8 maggio 2015

 

Il futuro di Monumenti Aperti? "È incerto, necessarie più risorse"
Diciannove anni di "salti mortali" per imbastire un evento oggi conosciuto in tutta Italia. Migliaia di volontari e di siti resi accessibili, ma il futuro sembra essere incerto."Registriamo numeri pari a quelli di grosse realtà nazionali, necessaria una presa di coscienza da parte delle istituzioni o rischiamo di scomparire".

 



CAGLIARI - Due giorni, nei primi anni, interamente concentrati sul capoluogo sardo. Poi la crescita e l'aumento delle tappe, fino ad arrivare ai sei weekend di quest'anno. La pattuglia di Monumenti Aperti, dal 1997, è aumentata con un ritmo vertiginoso. Sono aumentate le realtà coinvolte: scuole e associazioni, c'è pure l'Università. Volontari e visitatori hanno contribuito ad abbattere ogni record numerico: l'anno scorso, nella sola due giorni di Cagliari, le firme nei registri all'ingresso di ogni sito culturale, sommate, hanno superato quota 100mila. Tuttavia, i riconoscimenti numerici non fanno il paio - almeno, non quanto serve - con quelli economici. Meglio: i denari messi a correre dalle istituzioni - i vari Comuni e la Regione - ci sono, ma non sarebbero sufficienti.

A margine della conferenza stampa di presentazione del weekend cagliaritano (più Settimo San Pietro) i conti li fa Fabrizio Frongia. Numero uno di Imago Mundi, è tra i pionieri di Monumenti Aperti. Le cifre - euro più euro meno - portano a un totale di 200mila euro. La metà "arriva dalle amministrazioni comunali, 50mila dalla Regione e la parte restante tra sponsor e cinque per mille. Registriamo numeri pari al Fai nazionale, per esempio abbiamo ben tredicimila volontari. Abbiamo tirato per diciannove anni", esordisce Frongia, "l'evento oggi ha una eco nazionale. Questa è la prima volta dove potremmo non riuscire a pagare nessuno. A causa delle scarse risorse, ogni volta è una grande fatica. Il rischio è di sparire, ciò sarebbe avvilente". Un grido d'allarme in piena regola, ma i margini di manovra per proseguire sembrerebbero esserci: "La Regione ci ha inserito, per quest'anno, tra i circuiti di eccellenza, la ringraziamo per la volontà e il coraggio. Serve una seria presa di coscienza da parte di tutti, dai bambini agli adulti contribuiamo alla formazione culturale di tante persone".