Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le infinite guerre fratricide che ci chiamano a riflettere

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2015


Festival della Filosofia Presentato il ricco cartellone. A Cagliari dal 15 al 17 maggio

 



C osa sono bene e male? È uno degli interrogativi al centro della quarta edizione del Festival della filosofia in programma al Teatro Massimo di Cagliari dal 15 al 17 maggio. Per trovare una risposta alla questione non sarà sufficiente il confronto dialettico. Il teatro, che come la filosofia è specchio del mondo, favorirà la conoscenza attraverso il recupero della memoria e la forza dell'immaginazione di cui le storie sono levatrici. Anche la conferenza stampa con cui sono state presentate le iniziative che anticiperanno e faranno da corollario alla manifestazione, è stata realizzata con la volontà di favorire un percorso di conoscenza graduale e polifonico. Introdotta da Massimo Mancini, direttore del Teatro stabile della Sardegna, ha avuto carattere itinerante. Svolgendosi tra spazi dedicati agli spettacoli e allestimenti curati da Campidarte e Marcello Simeone, ha prima presentato attori e suggestioni e infine dipanato il filo rosso attorno a cui ruoterà non soltanto il Festival di filosofia, ma anche la programmazione di maggio.
«Il tema centrale sarà la guerra. In particolare quella civile che i greci chiamavano “stasis”», ha precisato Roberta De Monticelli. Docente di Filosofia della persona all'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, è curatrice dell'evento insieme a Pier Luigi Lecis, insegnante di Filosofia teoretica nell'Ateneo cagliaritano.
Battezzato col titolo “L'infinito fratricidio”, il Festival del pensiero intende in particolare riflettere sui conflitti che tormentano il Medio Oriente e i paesi a sud del Mediterraneo. In questo processo di analisi dell'emergenza che porta sui lidi del Vecchio Continente ondate di migranti, anche l'idea di Europa è argomento su cui confrontarsi. Lo sono quindi i concetti di radici, origini e viaggio. Nel dibattito si cimenteranno tante voci autorevoli: Moni Ovadia, Remo Bodei, Massimo Campanini, Benedetta Tobagi, Simona Forti, Franco Cardini, Luca Foschi, Wasim Dahmash, Gabriella Baptist, Paola Piras, Elisabetta Cattanei e Roberta De Monticelli.
All'anteprima del Festival (14 maggio alle18,30, sede della Fondazione del Banco di Sardegna) interverrà Emna Jeblaoui, membro del comitato consultivo dell'Istituto arabo per i diritti umani.
L'opera teatrale “Incendi”, di cui è autore il libanese Waijdi Mouawad, rappresenta la proiezione scenica del complesso indice di tematiche. Dal 14 al 17 maggio racconterà la storia di due gemelli alla ricerca delle proprie radici nel Libano dilaniato dalla guerra. «È un viaggio negli orrori, ma anche un percorso che porta alla scoperta di sé e alla maturazione», ha detto il regista Guido De Monticelli. È una catarsi moderna che, approfondendo la conoscenza del male, grazie al linguaggio fantastico e ironico, è persino capace di far assaporare tenerezza e incanto. Anche “Soglie”, spettacolo in scena da oggi al 24 maggio, propone storie ossimoriche di naufragi e speranze. Tratto da “La via del pepe” di Massimo Carlotto, è una produzione firmata Sardegna Teatro e Is Mascareddas. Attorno ai temi dell'identità e della morte ruoterà poi (22-24 maggio) il duo danzato “Morte Araba - la genesi” di Maurizio Saiu e con Elisabetta Di Terlizzi.
Non ci sarà finzione, invece, nell'appuntamento del 15 maggio. Per i palestinesi è il giorno della Nakba, anniversario del grande esodo del 1948. In collaborazione con l'Associazione Sardegna Palestina saranno proposti documentari e letture. Gli studenti del licei cagliaritani Siotto e Pacinotti (uno spazio del Festival sarà dedicato anche ai bambini), daranno voce ai Monologhi di Gaza scritti dai coetanei palestinesi dopo il conflitto del gennaio 2009. Di altre “stasis” si parlerà il 23 maggio (ore 17,30) quando l'Ambasciatore italiano in Argentina incontrerà lo scultore Pinuccio Sciola.
Manuela Arca