VIA COCCO ORTU.

I proiettili di cemento sono caduti dall'ottavo piano 

Quando i proiettili di cemento sono caduti da alcuni balconi dell'ottavo piano, in quel punto di via Cocco Ortu a Cagliari non passava nessuno. Sarebbe stata una tragedia. Tre auto in sosta sono rimaste però danneggiate. Folate di vento e pioggia sono un mix micidiale per balconi e facciate sempre più friabili. Calcinacci e cornicioni si sbriciolano, trasformandosi in pesanti ordigni, pericolosissimi per chi passa sotto. A Cagliari è allarme crolli negli edifici, soprattutto vecchi palazzi, con i vigili del fuoco costretti ad almeno tre interventi al giorno. E il rischio tragedia è sempre più elevato dopo quanto avvenuto ieri.
BALCONI Verso le 11, a due passi dal mercato di San Benedetto, alcuni pezzi dei balconi in muratura si sono staccati dall'ottavo piano di un palazzo centrando in pieno tre auto parcheggiate sotto. Per una fortunata coincidenza in quel momento nessuno stava passando sul marciapiede. Tanta paura, auto danneggiate (parabrezza quasi sfondato e carrozzeria ammaccata), ma nessun ferito. Le cause? Secondo i vigili del fuoco, coordinati dal capo squadra Antonio Forte, intervenuti subito dopo i crolli, i balconi avrebbero ceduto per le infiltrazioni di pioggia. Le due squadre al lavoro hanno verificato la stabilità di tutti i balconi dell'edificio mentre gli agenti della municipale hanno coordinano con gli operai del Comune l'intervento per transennare la zona: circa 15 metri di marciapiede e parcheggi.
I VIGILI In serata è arrivata la comunicazione che impone un intervento urgente per mettere in sicurezza il palazzo. Stessa procedura anche da parte del Comune.
La situazione è preoccupante. «Oramai effettuiamo tre o quattro interventi al giorno»¸ spiegano i vigili del fuoco. I crolli di cornicioni, parti di balconi e calcinacci sono sempre più frequenti. «Quasi sempre», aggiungono dalla caserma di viale Marconi, «c'è il carattere di urgenza. I proprietari degli edifici devono mettere in sicurezza in tempi rapidi gli elementi di pericolo».
Matteo Vercelli