Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stenta a decollare la sede universitaria da 100 milioni Campus, troppi ritardi L'Ersu: sono a rischi

Fonte: L'Unione Sarda
27 aprile 2015

VIALE LA PLAYA. 


La classica prima pietra non è stata ancora posata, ma la grande opera da 100 milioni e oltre 500 posti letto del campus universitario di viale la Playa è già un aborto. Troppe lungaggini, continui rinvii e intoppi: l'Ersu perderà i fondi europei per la costruzione del secondo lotto dell'edificio per studenti che dovrebbe sorgere sui terreni dell'ex Sem della famiglia Cellino. A dirlo non sono le solite cassandre, ma lo stesso Ente per il diritto allo studio, in una lettera riservata inviata all'assessorato regionale all'Istruzione dal direttore generale Michela Mancuso. Anche la prima tranche dei lavori non è messa bene. Il cantiere doveva essere aperto già da febbraio: non c'è nemmeno la firma della convenzione con il Comune, che da cronoprogramma era attesa per lo scorso novembre. Speranzoso, più che fiducioso, è il presidente dell'Ersu, Antonio Funedda: «Tutto vero, ma l'auspicio è che sul piano politico si apra una trattativa Regione-Governo per la rivisitazione delle scadenze alle quali è legata l'erogazione dei fondi Cipe. Noi abbiamo fatto il nostro». Intanto fa i conti con le strutture esistenti e le somme a disposizione per risistemarle: una casa dello studente chiusa in via Roma, forse per sempre, e le altre che perdono pezzi.
LO STOP La mazzata su un progetto già vacillante è arrivata il 30 dicembre 2014 dalla riunione dell'Unità tecnica regionale per i lavori pubblici. Fior di dirigenti e professionisti chiamati a esprimersi sul secondo lotto dei lavori del campus: centinaia di posti letto (da aggiungersi ai poco più di duecento del primo), palestra, mensa, aree di socializzazione e sale riunioni, per un importo di oltre 25 milioni. Il verdetto: giudizio sospeso. In sintesi: le opere del primo e secondo lotto devono essere omogenee, “l'organizzazione planivolumetrica del secondo risulta largamente condizionata dalle opere già appaltate col primo”, “i fabbricati del secondo potranno essere edificati solo ed esclusivamente dopo la costruzione e il collaudo dei sottostanti piani interrati, da realizzare col primo lotto”. Una prescrizione tombale.
TEMPI STRETTI Un grosso problema per l'Ersu, che ha una scadenza, pena la perdita dei fondi che verrebbero revocati dal comitato interministeriale: deve affidare i lavori vagliati dall'Utr entro il 31 dicembre di quest'anno. Impossibile, scrive il 25 febbraio il direttore generale Mancuso: “Si ritiene che l'obbligazione giuridicamente vincolante per l'intervento Saris03C (il secondo, ndr) non potrà, stanti le problematiche insorte, essere raggiunta entro il 31 dicembre”. Tradotto: addio ai soldi.
LA LETTERA Le “problematiche insorte” sono descritte in una decina di pagine, dove si ricostruiscono tutte le tappe del progetto campus nell'ex Sem, che ha preso vita solo a giugno dell'anno scorso, con la firma dell'accordo di programma tra Ersu, Regione, Comune e Università. Anche se se ne parla dal 1990. Mancuso parla di “sovrapposizione della realizzazione dei due interventi”, che sarebbe stata causata “dal rallentamento che ha subito l'esecuzione del primo lotto per circostanze non dipendenti dall'Ersu”. Sotto accusa finiscono i tempi troppo lunghi “dell'iter autorizzativo per il progetto definitivo già aggiudicato, concluso con l'ottenimento solo il 28 ottobre 2014 dell'autorizzazione paesaggistica”. La concessione edilizia, si legge, non arriverà prima della fine di luglio 2015, la consegna dei lavori almeno a ottobre. Poi serviranno 200 giorni per la costruzione, “a meno di ritardi dovuti a ritrovamenti imprevisti”. Bene che vada, e le condizioni non sembrano esserci, il primo blocco sarà finito a maggio 2016.
Enrico Fresu