Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Niente loculi per gli emigrati Le cremazioni? In trasferta»

Fonte: L'Unione Sarda
17 aprile 2015

SAN MICHELE.

In cimitero c'è spazio solo per i residenti, la minoranza all'attacco 

Cagliaritano doc, ex dipendente dell'Acentro, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, segnati da una terribile malattia, in una Rsa di Torino. Il suo ultimo desiderio era di essere sepolto a Cagliari, dove vivono la moglie e i figli. Ma è stato impossibile: il ricovero nella struttura sanitaria piemontese lo aveva costretto a cambiare residenza. E al cimitero di San Michele possono essere tumulati solo i residenti. Così i parenti lo hanno dovuto cremare, riportandolo nella sua amata isola dentro un'urna.
BATTAGLIA IN CONSIGLIO E solo uno dei tanti casi che stanno agitando il Consiglio comunale, alle prese con l'approvazione del nuovo regolamento sul servizio mortuario. Mercoledì in aula è mancato il numero legale mentre l'opposizione ha presentato due emendamenti. E quello scritto da Paolo Casu, di Forza Italia, riguarda proprio il tema degli emigrati. «Non si può impedire a cagliaritani che per varie ragioni hanno dovuto cambiare residenza di essere sepolti come ultimo desiderio nella loro città - spiega il vicepresidente del Consiglio nella conferenza stampa convocata ieri mattina davanti al cimitero -, il sindaco Massimo Zedda ha detto che così si creerebbe un problema di spazi, ma basterebbe che si guardasse i dati per capire che è un falso problema: negli ultimi 5 anni ci sono state appena 10 richieste».
IL SECONDO EMENDAMENTO L'altro emendamento lo ha presentato Maurizio Porcelli e riguarda la tumulazione di defunti che hanno coniugi anziani e invalidi: «Chiediamo - spiega il consigliere Forza Italia - che venga consentito loro di avere dei loculi nelle prime file in basso e non alla quinta, in alto, dove senza prendere le scale non possono neanche deporre un fiore. Per loro si deve fare un'eccezione».
CREMAZIONI IN TRASFERTA Dietro l'angolo, pronta a esplodere, c'è poi la grana cremazioni. A San Michele c'è uno dei due forni esistenti in Sardegna (l'altro è a Sassari), ma siccome le richieste continuano a crescere - 80 ogni mese, 5 al giorno. Costi: 350 euro per i residenti, 400 per i non - i tempi di attesa si allungano e la prossima settimana sarà pure peggio, visto che il forno chiuderà per interventi di manutenzione. «Sabato abbiamo dovuto portare tre salme ad Acqui Terme perché qui era impossibile cremarle - spiega Sandro Testa, dell'omonima agenzia funebre - con aggravio dei costi per i familiari, che sono arrivati a spendere 1200 euro». Stefano Schirru, di Fi, chiede al Comune lo sforzo di comprare un nuovo forno: «Si spenderebbero 400 mila euro ma in breve verrebbero assorbiti i costi iniziali, un solo forno per un bacino di quasi un milione di abitanti non basta». (m. l.)