Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In via San Saturnino finestre murate e cumuli di detriti

Fonte: L'Unione Sarda
24 febbraio 2009

l'edificio Dopo lo sfratto degli abusivi



Polvere, detriti, finestre murate con mattoni a vista, una facciata annerita dallo smog e un cancello mangiato dalla ruggine. Al suo interno, calcinacci, cocci di bottiglia, scarpe rotte, cuscini dalle piume ingiallite, mozziconi di sigaretta. E ancora copertoni bucati, sedie a due gambe, bicchieri in frantumi, volantini sbiaditi di una fresca campagna elettorale e quel che resta di una racchetta da tennis piuttosto striminzita.
LA CASA DEGLI SPETTRI Da pochi mesi, il palazzo al civico 74 di via San Saturnino si presenta così, come una casa di spettri triste e paurosa di notte e di giorno. Quella che per anni è stata la sede del Provveditorato agli studi di Cagliari, non ha più nulla a che fare con la scuola né con i bambini che l'hanno abitata sino a un anno fa assieme ai loro genitori abusivi. Ora è solo un posto dimenticato dagli dei e dagli uomini, un monumento all'incuria, la scarna rappresentazione su pietra e cemento dell'idea stessa di abbandono.
Alla fine del 2008, la dozzina di famiglie che lo abitavano abusivamente ha fatto le valigie alla volta di una nuova destinazione. E così adesso nello stabile di proprietà della Provincia non risuonano più neppure i rumori di un difficile focolare e le grida di tanti bambini vivaci.
OCCUPATA PER 10 ANNI Per circa dieci anni, una trentina di persone ha usato quelle stanze come una zattera per sopravvivere, in assenza d'altro. Nel grande palazzo mancavano la luce, l'acqua, il gas e il riscaldamento. Gli inquilini li hanno allacciati, in qualche modo. E li hanno lasciati fare.
Oggi che quelle persone hanno trovato una nuova sistemazione negli appartamenti comunali di via Premuda, nel quartiere di Is Mirrionis, in via San Saturnino resta solo lo scarto della decennale presenza abusiva. Una presenza faticosa per i senza casa e per i vicini, preoccupati dal degrado dilagante ad un passo dai loro portoni. «Meno male che il Comune ha trovato a quelle famiglie una nuova sistemazione», commentano gli abitanti storici di quel pezzo di strada, fatto di belle e grandi case unifamiliari, «dopo anni di lettere e petizioni, finalmente ritroviamo la serenità».
Ora i residenti si interrogano sul futuro della palazzina e restano le incognite sulle intenzioni della Provincia. Resta da capire, abusivismo a parte, cosa ne sarà di quel palazzo un tempo dedicato al governo della scuola.
LORENZO MANUNZA

24/02/2009