Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Efisio, il terzo miracolo

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2015


La processione per ricordare la fine dell'assedio francese del 1793

 


L'antefatto è l'ennesimo saccheggio che Cagliari stava per subire. Uscita devastata dalla peste di metà Seicento, scampata 70 anni dopo al tentativo di avvelenare cisterne e fontane, ecco la flotta francese, nel 1792, mettere a ferro e fuoco la città con un terribile cannoneggiamento, preludio all'invasione dal litorale di Quartu.
Dopo i primi due, i cagliaritani chiesero a Sant'Efisio il terzo miracolo. L'arcivescovo Melano indisse digiuni e penitenza. Il simulacro del Santo venne portato in processione fino ai bastioni del porto, i miliziani di scorta «collo schioppo in una mano e il Rosario nell'altra», come scrive il Manno. Alcuni giorni dopo, due violente levantate, di potenza devastante, distrussero la flotta francese costretta a precipitosa ritirata. Da quella memorabile Pasqua 1793, si stabilì, in perpetuo, la processione votiva a Sant'Efisio il secondo giorno di Pasqua. Voto che si è puntualmente rinnovato ieri. La superba statua del Lonis è salita da Stampace al Duomo con l'immancabile sosta al Monastero claustrale delle Cappuccine in via Cima.
Le campane del Duomo hanno accolto il corteo per la celebrazione della solenne Messa di ringraziamento. Al rientro in piazzetta ci sono i carradoris Satta di Domusnovas con il giogo dei buoi del primo maggio. Per la prima volta passeranno per le strade di Cagliari fino a Villa d'Orri. Non è Pasqua senza questo rito stampacino, preludio alla grande festa di maggio.
Paolo Matta