Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tariffe, è un sistema-trappola

Fonte: L'Unione Sarda
1 aprile 2015

RIFIUTI

Diminuisce il residuo secco da trattare, aumentano i costi di smaltimento

Cresce la raccolta differenziata ma i virtuosi pagano di più Si è arrivati al punto in cui un'azienda di smaltimento dei rifiuti, in questo caso la Tossilo spa (99 per cento di proprietà del Consorzio industriale), scrive nelle pagine del suo bilancio (2013) cose così: «Particolare attenzione dovrà essere prestata all'andamento dei conferimenti del secco indifferenziato e, nel caso permanga l'attuale tendenza negativa, attuare presso la Regione politiche volte sia a scongiurare il recesso dei comuni del bacino di riferimento, sia ad assicurare nuovi e diversi conferimenti in accordo con le linee programmatiche regionali».
NUMERI IN CALO È che non c'è abbastanza spazzatura da smaltire, all'inceneritore di Macomer (solo 26 mila tonnellate nel 2014) come in qualche altro impianto dell'isola. E mentre i comuni fanno i salti mortali per aumentare le quote di raccolta differenziata («così abbiamo meno tonnellate da pagare per lo smaltimento del rifiuto secco», spiegano i sindaci), nel sistema di monopolio messo in piedi dalla Regione finisce che uno più è virtuoso più paga. Insomma, man mano che cresce il recupero di carta, plastica, lattine e tutto ciò che si può riciclare - diminuisce il carico d'immondizia per i termovalorizzatori e le discariche. «L'incremento diffuso della percentuale di raccolta differenziata ha nel tempo comportato la riduzione dei conferimenti di secco residuo agli impianti di smaltimento, con conseguenti incrementi tariffari a parità di costi fissi». Indovinate chi lo dice? Lo dice la Regione, meglio la Giunta Pigliaru che a dicembre ha firmato l'atto di indirizzo per il piano di gestione dei rifiuti.
PIANO VECCHIO E mentre l'assessorato regionale all'Ambiente (lo stesso d'altronde che autorizza gli aumenti) prepara il disegno di legge per la gestione dei rifiuti (con l'istituzione di un'autorità d'ambito e la tariffa unica) intanto si avvia la programmazione (anche per quanto riguarda i termovalorizzatori necessari: tre, quelli previsti: Macchiareddu, Macomer, Nord Sardegna) sulla base di un piano che risale al 2008, quando gli obiettivi erano, testuale: «riduzione dei rifiuti a 830 mila tonnellate annue entro il 2012» e «raccolta differenziata al 65 per cento» entro lo stesso anno. Per la cronaca, oggi la Sardegna produce 732 mila tonnellate di spazzatura. Rispetto al 2006, anno di riferimento del piano, un calo di ben 120 mila tonnellate annue. Non c'è più, in pratica, tutta la spazzatura che avrebbe potuto alimentare non uno, ma due inceneritori di Tossilo, visto che il progetto benedetto dalla Giunta prevede un impianto da 60 mila tonnellate.
IL FUTURO Verranno chiuse le discariche e ci sarà la tariffa unica, annunciano dall'assessorato all'Ambiente. Ma la verità è che, in un sistema regionale, la singola diseconomia peserà non più solo sui comuni del bacino di conferimento, bensì su tutti i sardi, sulle famiglie e le imprese che pagano la Tari. «La tariffa unica ha comunque l'effetto di calmierare il mercato e, come per l'acqua, ci sarà chi ci perde e chi ci guadagna. Ma non mi è chiara la prospettiva - avvisa Efisio Sanna, assessore all'Ambiente di Oristano -. Insomma, qual è il traguardo che la Regione vuole raggiungere entro i prossimi anni?». L'obiettivo vero, sottolinea, «dovrebbe essere quello di produrre meno rifiuti. E intanto è necessario che venga cambiato il sistema della premialità che è superato e rende cifre ridicole, appena qualche decina di migliaia di euro». In tutto ciò, si chiede l'amministratore comunale, serviranno davvero i termovalorizzatori previsti? «Me lo chiedo anche perché oggi, rispetto solo a qualche anno fa, la tecnologia ha fatto passi da gigante».
Piera Serusi