Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Storie di guardie e ladri tra celle, sbarre e finestre

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2015


Tour guidato con l'ex detenuto e la figlia di un agente penitenziario

 



Angelo Puddu aveva 32 anni quando entrò per la prima volta a Buoncammino. Oggi ne ha 57 e negli ultimi cinque lustri è tornato in carcere a più riprese. Debora Ruiu ha visto il penitenziario quando era ancora bambina. Entrò con il padre, un agente penitenziario morto qualche tempo fa. Ieri mattina i due, come decine di migliaia di cagliaritani, hanno fatto la fila sotto la pioggia per il tour guidato nel carcere chiuso dal 23 novembre scorso.
L'EX DETENUTO Angelo Puddu non voleva tornare in carcere. «Sono uscito otto mesi fa. Mia moglie era curiosa». Lei è emozionata e non lo nasconde. Lui ha faccia da duro e le mani segnate da alcuni tatuaggi che testimoniano in modo indelebile il suo passato. Ascolta con un pizzico di fastidio i volontari che guidano i curiosi nel tour all'interno del carcere. «Qui c'era l'officina», dice Fausto Pani del Fai. « Du sciu », sbotta Angelo Puddu. «Ho trascorso 27 anni in cella - precisa - so tutto della galera». In un istante affiorano i ricordi e l'ex detenuto racconta qualche aneddoto. «I letti che avete visto - spiega - sono comodissimi. Mi ricordo quando c'erano le brande. Se stavi nel lettino più basso c'era il rischio di essere schiacciato. Spesso ti arrivava la rete sulla faccia». Mentre attraversa la strada interna che separa l'ala sinistra dal muro di cinta ricorda i tanti lavori svolti durante la detenzione. «Ho fatto di tutto. Sono stato in cucina, in officina, nella lavanderia. Conoscevo tutti gli agenti. Per certi versi erano come noi. Molti di loro hanno passato in carcere più tempo degli ergastolani». Ridacchia e poi si dirige verso il grande portone di ingresso e uscita, dove nel frattempo arriva Debora Ruiu.
LA FIGLIA DELL'EX AGENTE Giubbino scuro, cuffia di lana e gli occhi arrossati. Sul volto le gocce di pioggia si mescolano con le lacrime. Debora Ruiu piange. L'emozione è fortissima quando passa vicino all'ufficio “Identificazione”. «Sono entrata a Buoncammino per la prima volta quando avevo cinque anni. Mi portò mio padre. Piango perché in questo momento penso a lui. È morto qualche anno fa e ha dedicato la sua vita a servire lo Stato: 34 anni di servizio». Passa davanti alla scuola e alla sala dei colloqui. Si commuove nuovamente.
LE FINESTRA Angelo Puddu dalla finestra della sua casa di Tuvumannu vede l'ex carcere e spera di non tornarci mai più. Debora Ruiu si affaccia al balcone del suo appartamento in via Molise e guarda verso Buoncammino. Ricorda quando da bambina sventolava la bandiera del Milan in modo che il padre, impegnato nei turni di guardia, notasse quel drappo rossonero e la salutasse. Piccole storie di sguardi che originano emozioni contrastanti. Di punti di vista differenti e di vite che per una ragione o per l'altra sono legate al gigante sul colle.