Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Boldrini: «Iter più veloce per la Vertenza Sardegna»

Fonte: La Nuova Sardegna
23 marzo 2015

L’impegno: «Farò discutere alla Camera la mozione dei parlamentari»
Incontro con i sindacati: «So che l’isola è indietro». Cgil, Cisl e Uil: più risorse

di Alfredo Franchini

CAGLIARI «Le istituzioni devono andare dove c’è maggior bisogno, in mezzo alla gente, fuori dal Palazzo». Lo dice Laura Boldrini, presidente della Camera, che considera il lavoro come la prima di tutte le emergenze. Così, dopo il discorso in Consiglio regionale, ha incontrato i sindacati assieme al presidente dell’assemblea, Gianfranco Ganau: «Sono venuta in Sardegna perché so che l’isola è molto indietro», ha affermato la presidente della Camera. Conosceva bene la situazione ma voleva toccare con mano così come aveva fatto, appena eletta presidente della Camera, andando in Grecia, anche in quel caso attenta alla situazione sociale: «Ho visitato gli orfanatrofi in Grecia, sapete perché? Con la crisi gli abbandoni di neonati sono aumentati del 330 per cento», dice. Che cosa può fare praticamente la terza carica dello Stato? Laura Boldrini prende subito un impegno: «Farò in modo di accelerare l’iter per la discussione alla Camera della mozione presentata dai parlamentari sardi sulla vertenza dell’isola». I sindacati, guidati dai segretari generali Michele Carrus (Cgil), Oriana Putzolu (Cisl) e Francesca Ticca (Uil) hanno cercato di capire se ci fossero strategie praticabili e inversioni di tendenza nella politica regionale. L’invito è stato quello di riportare il rapporto con lo Stato al riconoscimento dell’insularità. «Abbiamo chiesto il riconoscimento della nostra specificità», spiega Gianfranco Ganau, «tutta una serie di rapporti con lo Stato devono essere rivisitati. Le ragioni della specialità ci sono tutte basti pensare all’arretratezza in certi settori, come quello dell’energia, che non ci consente di creare lavoro». Ma la recessione è così grave che va a impattare proprio sulle fasce più deboli, giovani e piccole aziende su tutto. Cgil, Cisl e Uil hanno posto il problema della mancanza degli ammortizzatori sociali: 180 milioni di euro devono arrivare dallo Stato altrimenti la situazione di molte famiglie sarde si aggraverà. La presidente della Camera fa tesoro di queste indicazioni e assicura che il caso Sardegna sarà adesso inserito nell’Agenda della Camera. Ma c’è di più: «Porterò la drammaticità della situazione sarda anche in quei tavoli che non sono di mia competenza», ha assicurato Laura Boldrini. «E’ stato un segnale importante quello della presidente Boldrini», commenta Michele Carrus, segretario della Cgil, «è la dimostrazione che la politica è fatta anche di dialogo di chi non sta rinchiuso dentro il palazzo ma si apre alla discussione. Abbiamo chiesto alla presidente che si facesse parte attiva a rappresentare in Parlamento la necessità di erogare le risorse che garantiscono il pagamento delle spettanze già maturate dai lavoratori in mobilità in deroga e in Cig». Sono persone che dal febbraio del 2014 non ricevono l’assegno, (come, ad esempio, i lavoratori della Legler). «Risorse che possono essere erogate utilizzando la dotazione dei fondi “Piani azione coesione” che sono a rischio di disimpegno perché non spesi». E anche su questo Laura Boldrini ha preso l’impegno a farsi parte attiva. Ma è sulle politiche più ampie per lo sviluppo che i sindacati e la presidente della Camera si sono confrontati. «Abbiamo chiesto alla presidente Boldrini che lo Stato abbia per la Sardegna un occhio di riguardo non in termini di assistenzialismo ma di pari opportunità», afferma Oriana Putzolu, segretaria generale della Cisl, «l’insularità grava come un handicap ma non solo sulla dotazione infrastrutturale o sui trasporti anche sulla dispersione scolastica». E di questo si parlerà alla Camera durante la discussione della mozione dei parlamentari sardi. (La mozione è stata presentata in tutti e due i rami del parlamento, primi firmatari alla Camera, Roberto Capelli, e al Senato Luciano Uras). «Abbiamo detto alla presidente della Camera di aiutarci a essere sardi in Italia con i parametri di specificità che non possono essere quelli nazionali», spiega Francesca Ticca segretaria generale della Uil sarda, «se si applica il parametro nazionale per la razionalizzazione della rete scolastica, la Sardegna si spopola completamente».