Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La capanna sullo stagno

Fonte: L'Unione Sarda
16 marzo 2015

Vive da anni nel parco di Molentargius senza energia elettrica e acqua corrente

Lucio Melis, disoccupato: «Vorrei solo un posto di lavoro» 

La capanna all'ombra delle mimose di Molentargius è un mosaico di fòrmica e legno, ferro, alluminio e plastica. Ripiani di armadi e stipiti di porte che Lucio Melis ha strappato a un futuro in discarica trasformandoli in pareti e tetto di quattordici metri quadrati con cucina-camera da letto-bagno: «Il segreto è arrivare prima della De Vizia, i proprietari mi ringraziano anche. Quando sei disperato fai questo e altro. Mi sono arrangiato come potevo, ora chiedo un lavoro: così non posso campare a lungo».
Quarantenne, risiede alla fine del sentiero che, da via delle Rondini, zigzaga nel parco naturale tra scheletri di cemento e sciami di agguerritissime zanzare. La capanna l'ha costruita su una spianata di terriccio, tutt'attorno cassette di plastica alte settanta centimetri disegnano un argine per i cani randagi: «Sono povero ma non voglio vivere nel lerciume. Ho sistemato un piccolo serbatoio da cinquanta litri sul tetto, l'acqua potabile la prendo da un rubinetto pubblico del quartiere. Faccio la doccia fredda e curo l'igiene personale. Il water purtroppo è all'antica» e indica un sentiero che scompare sotto una grande mimosa.
Perché è finito qui?
«Ho lavorato in Germania sei anni prima di avere la folle idea di tornare a Cagliari. Sicuramente ha avuto un ruolo la nostalgia, lì non c'ero più con la testa. È andato tutto storto. Da due anni ho messo su casa nel parco di Molentargius, prima in tenda ora nella capanna. All'inizio la vita era un po' complicata, con il passare del tempo si fa il callo a tutto».
L'ultimo lavoro?
«Distribuivo volantini, nei mesi di grazia racimolavo quattrocento euro. Non è andata bene, ho chiuso l'esperienza».
L'ultima casa vera e propria?
«Una stanza a San Michele».
Il lavoro che sogna?
«Operatore ecologico oppure giardiniere, in questo campo ho una certa esperienza. Se però qualcuno mi assumesse come lavapiatti andrebbe bene lo stesso».
Cameriere no?
«Non so se sarei in grado. Sicuramente potrei essere un buon guardiano notturno».
Amici?
«Un paio di vecchia data. Ho avuto tante delusioni, oggi sono molto prudente».
La vita sentimentale?
« Lass'a perdi . Quando sono arrivato qui avevo una fidanzata: non ha funzionato e ci siamo lasciati. Per il momento non ho questo pensiero. Dovrei trovare una ragazza nella mia situazione che si metta al mio livello».
È vero che vicino allo stagno ci sono topi grandi come yorkshire?
«Purtroppo con la primavera sono tornati i ratti. L'anno scorso uno si è intrufolato nella capanna. Non sono grandissimi, però danno fastidio. La notte li sento camminare sul tetto. Ci sono anche i gatti, però sono sazi, rinunciano a cacciare».
Pranzo e cena?
«Quando ho qualcosa di commestibile la cucino. La sera vado alla Caritas di via Sant'Ignazio, mi aiutano anche i volontari dell'Aquilone».
La gente del quartiere la evita?
«Persone perbene, mai una protesta. Ho fatto amicizia con quelli del bocciofilo, mi hanno dato una grande mano».
In che modo?
«Con un contributo iniziale per la spesa. Ogni tanto mi regalano i detergenti».
Da quanto non lavora?
«Un anno e mezzo. Leggo le offerte, ho un problema grande, anzi quaranta: gli anni mi penalizzano, assumere uno come me non dà diritto a sgravi fiscali. Ho provato due volte in Germania, ma è andata male. E oggi dico: ben venga chiunque sia in grado di darmi un lavoro».
Gli ultimi soldi?
«Il contributo comunale, speso a gennaio».
Mai importunato?
«No. Il segreto è non dare troppa confidenza, me l'ha insegnato l'esperienza. Però sono partito due settimane e al ritorno ho fatto la scoperta terribile: mi avevano svaligiato la casa. Hanno rubato il pannello solare, il bilanciere e i pesi, non mi posso più allenare».
Le forze dell'ordine?
«Sono venute un paio di anni fa, agenti molto comprensivi».
Peggio l'estate o l'inverno?
«L'inverno perché fa male, il freddo mi provoca proprio dolore. L'estate muoio dal caldo ma è sopportabile».
Ha chiesto aiuto per il lavoro agli assistenti sociali?
«C'è una lista interminabile, non è per questi anni. Faccio come sempre: mi adeguo».
ppaolini@unionesarda.it