Rassegna Stampa

Il Sardegna

I Comuni diventano città metropolitane grazie agli immigrati

Fonte: Il Sardegna
19 febbraio 2009

Il rapporto Anci. Trasformazioni

C'è un processo di re-urbanizzazione: l’aumento degli stranierir aggiunge il 100%

Le riforme che daranno concretezza al nuovo titolo quinto della Costituzione sono ancora allo studio del governo. Ma la trasformazione dei più grandi Comuni italiani in città metropolitane è, già da alcuni anni, una realtà. Lo dicono i numeri del Rapporto 2008 di Cittalia, la fondazione dell’Anci che sviluppa indagini e analisi scientifiche sulle politiche urbane. «Le grandi città - afferma Pierciro Galeone, segretario generale di Cittalia - si stanno espandendo al di fuori della delimitazione territoriale identificata dai confini amministrativi del capoluogo». E i dati sembrano dargli ragione. Cittalia, ha messo sotto la lente undici grandi città: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia. L’analisi fotografa un fenomeno di “fuga” della popolazione da queste città tra il 1991 ed il 2000. Dal 2001, però, la tendenza risulta generalmente invertita, sebbene esistano alcune differenze: si va dalla diminuzione dei residenti a Napoli, Palermo e Cagliari (intorno al - 3,5%), all’aumento record di Roma (+6,79%) e Torino (+5%). Dal Rapporto emerge inoltre che il processo di re-urbanizzazione ha avuto tra i suoi protagonisti la popolazione straniera: l’aumento degli immigrati nelle città metropolitane tra il 2001 e il 2007 raggiunge percentuali superiori o vicinissime al 100% (ad esclusione di Palermo) con la punta del 231,88% a Venezia. Milano detiene il primato sulla percentuale rispetto alla popolazione totale: 13,4% (la media delle città prese in esame è del 6,78%). Ma il dato che più di ogni altro fa registrare la tendenza dei grandi Comuni a configurarsi come vere e proprie aree metropolitane, è quello che riguarda lo sviluppo del mercato immobiliare. A fronte di un generale raffreddamento delle vendite, già registrato nel 2007, il Rapporto evidenzia «l’importanza crescente dell’hinterland come fonte sia di offerta residenziale che di opportunità produttive». Nell’area di Roma, per esempio, tra il 2000 ed il 2007, le compravendite fanno registrare un aumento del 4,88% nella Capitale, rispetto al ben più consistente 19,59% in provincia.