Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cercasi area per il campus universitario

Fonte: La Nuova Sardegna
19 febbraio 2009

GIOVEDÌ, 19 FEBBRAIO 2009

Pagina 4 - Cagliari


Forse nel porto lo «sfogo» per il grande progetto Ersu




ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Il campus universitario nell’ex Semoleria di viale La Plaia si farà. Voluto da Soru, proposto dall’Ersu e bocciato dal Comune, il progetto è contestato perché ritenuto un’esagerazione di cemento, ma l’idea di costruire lì alloggi per studenti va bene anche al sindaco Emilio Floris. Da qui all’approvazione c’è una giungla di problemi da affrontare. Prima di tutto: le concessioni scadute.
Interpellato nella sua qualità di tecnico della materia, l’assessore comunale all’urbanistica riassume: il campus nell’ex Semoleria al Comune va bene purché sia tale (un luogo di alloggi e servizi immersi nel verde e non un complesso alberghiero), «bisogna trovare un passaggio amministrativo conclusivo e poi con l’Ersu, con l’Università bisognerà elaborare politiche di convivenza tra la città e il corpo sociale degli studenti. E’ impensabile che una città di 160 mila abitanti con 40 mila studenti universitari - sottolinea l’assessore Gianni Campus - non sia percepibile come città universitaria». Dunque da qui alla firma di un nuovo accordo la strada non è in discesa. In pillole la storia è questa. La proprietà dell’area in origine era di Edilia (l’imprenditore Romano Fanti), la Regione aveva voluto consegnare all’Ersu la titolarità del complesso, Edilia avrebbe costruito. Nel luglio 2005 erano state rilasciate due concessioni edilizie, i lavori sono cominciati, nel frattempo le autorizzazioni sono scadute, pur restando in piedi il contratto tra Regione-Ersu, Edilia e Comune che prevedeva il passaggio a quest’ultimo del silo e di altri manufatti. L’anno scorso il consiglio comunale bocciò quest’accordo (comprensivo del Betile e della cittadella amministrativa regionale). Ma non c’era bisogno di una tale zeppa perché l’accordo inciampasse: l’Ersu aveva chiesto al Comune di acquisire il silo con lo scopo di demolirlo e sfruttarne le cubature possibili, il Comune aveva varie obbiezioni. La prima è che senza nulla di valido in cambio ci sarebbe stato un danno patrimoniale censurabile dalla Corte dei conti; la seconda è che il silo, manufatto di archeologia industriale vincolato per sua natura, aveva bisogno di un atto della soprintendenza ai beni monumentali che doveva affermare «si può demolire». L’accordo bocciato dal consiglio comunale conteneva un tentativo di soluzione, anche se fragile. Il vero problema, però, era ancora un altro e nel tempo aveva viaggiato parallelo. Il progetto dell’Ersu era stracarico di volumetrie, ben più di quelle liberate da un’eventuale demolizione del silo. Per risolvere la questione l’idea del Comune era di allargare l’area. Dietro il muro ci sono le Ferrovie dello Stato intenzionate a vendere e l’ipotesi era di acquistare per arrivare fino ai 23 ettari di verde della zona di San Paolo. E’ questa una delle strade che la giunta comunale, dopo il no al progetto Ersu di 3 settimane fa, vuole battere per raggiungere lo scopo, vale a dire creare il campus. Poi: la legge impone che qualunque costruzione restituisca alla città parcheggi in proporzione alle superfici utili degli edifici e nel campus Ersu le proporzioni non c’erano. Un’ulteriore strada è nel sistema portuale: col nuovo piano regolatore cambierà la viabilità e varie aree si libereranno. L’assessore Campus: «La cosa migliore è mettere il progetto in attesa finché non si trova un assetto più vasto che ne consenta il rilancio».