Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Meno auto, più bus e addio periferie

Fonte: L'Unione Sarda
12 marzo 2015


 

 


I disagi, per residenti, commercianti e automobilisti, sono inevitabili. Al tempo stesso, giurano il sindaco Massimo Zedda e l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras, i vantaggi cominciano a essere apprezzati: «I negozianti di via Manno, inizialmente molto preoccupati dei lavori che dovremo avviare, ora ci chiedono con impazienza quando cominceranno», sorride Marras. E sorride anche Zedda quando dal suo ufficio stampa gli fanno notare che, in un servizio su Tcs, gli assegnatari delle case popolari di via Podgora sono contenti dei lavori di riqualificazione in corso.
Ma a contare non sono i dettagli, piuttosto il disegno complessivo: «Tutti i cantieri sono collegati fra loro», assicura il sindaco, «e sono collegati anche a quelli attivati da altre amministrazioni nel piano strategico intercomunale dell'area vasta». Qual è l'obiettivo? «Una riqualificazione totale», risponde Zedda: «Sistemare strade, piazze, immobili comunali per migliorare estetica e vivibilità della nostra città. Volete un titolo? “Cagliari: stiamo lavorando per lei”».
MOBILITÀ Cioè per una città dove, in primo luogo, circolino meno auto, più mezzi pubblici, più biciclette e più pedoni. «Puntiamo a una mobilità che sia al tempo stesso sostenibile e sicura», conferma il sindaco. Se un tratto, più di altri, sembra caratterizzare il monumentale piano triennale delle opere del Comune è l'accento sui modi di spostarsi per la città. Un esempio: il destino di piazza Garibaldi è il restringimento dell'area carrabile per dare vita a un'area pedonale che si svilupperà attorno alla zona alberata. Un altro: la corsia di via Roma attualmente usata come parcheggio per i residenti della Marina diventerà una passeggiata. E ancora: la Giunta ritiene cruciale il congiungimento fra il percorso ciclabile-pedonale che parte da Siccu con il Lungomare Poetto.
Insomma, la mobilità è una delle priorità della Giunta. Non è un caso che l'altro giorno Zedda abbia aperto, con largo anticipo sul completamento dei lavori, la partita con la Regione per ottenere il passaggio della metropolitana di superficie dall'Arst al Ctm: «Con quel passaggio - precisa - l'Arst si occuperebbe di mobilità a medio-lungo raggio e il Ctm gestirebbe i trasporti all'interno dell'area metropolitana».
PERIFERIE Intimamente legata alla qualità delle reti di trasporto è la questione delle periferie: ricucirle al centro, era lo slogan alla base della candidatura a Capitale della cultura 2019. La mancata vittoria non ha fatto cambiare idea a chi guida Palazzo Bacaredda. «Stiamo lavorando affinché le periferie non si distinguano dal centro», annuisce Zedda: «E affinché piazza San Michele abbia la stessa dignità di piazza Garibaldi o piazza Gramsci».
TECNOLOGIA La Cagliari che la Giunta sta cercando di disegnare è anche una città più tecnologica: «Abbiamo raddoppiato le postazioni wi fi e stiamo lavorando per avere una connessione più potente, e abbiamo accordi con le aziende di telefonia (Vodafone e Telecom) che stanno potenziando le loro reti».
EDIFICI-CONTENITORE Non si può parlare del futuro della città senza toccare le destinazioni d'uso che verranno date ai grandi edifici-contenitori che (per esempio l'ex carcere di Buoncammino) hanno già perso o (vedi l'ospedale civile San Giovanni di Dio) stanno per perdere la loro funzione. Sono tanti: il sindaco elenca anche l'ex ospedale militare, il Palazzo delle scienze, la clinica Macciotta. Il dibattito è aperto, e vi partecipano, insieme al Comune, l'Università (gli ultimi due laboratori estivi della facoltà di Architettura erano dedicati proprio a questo tema) e la Regione. «Attendiamo la nomina del nuovo rettore per riprendere il discorso e cercare di arrivare a risultati concreti», dice Zedda: «Prima di prendere decisioni occorre analizzare le esigenze. Cosa manca a Cagliari? Spazi per gli studenti e per la città universitaria? Una sede in cui concentrare i presidi di ricerca sparsi per il territorio, tipo il Crs4? Un albergo? Perché no? Una volta identificate le esigenze si può ragionare su quali siano gli spazi più adatti per ciascuna».
OCCUPAZIONE Un titolo lo suggerisce anche Luisa Anna Marras: «Lavori uguale lavoro». Al sindaco non dispiace: «È un aspetto da non sottovalutare. Le gare le stanno vincendo spesso le imprese sarde, perché abbiamo scelto di privilegiare la qualità e non il maggior ribasso. Trecento milioni di euro significano centinaia e centiania di posti lavoro diretti e altrettanti indiretti: non solo operai ma anche ingegneri, geometri, geologi, agronomi, commercialisti, avvocati. E stiamo usando il granito, quindi una materia prima sarda». (m. n.)