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Buoncammino, uffici nell'ex carcere. Pili annuncia battaglia giudiziaria

Fonte: web SardegnaOggi.it
5 marzo 2015

 

Buoncammino, uffici nell'ex carcere. Pili annuncia battaglia giudiziaria
A Buoncammino gli uffici del Dipartimento di amministrazione penitenziaria. A denunciarlo è il deputato di Unidos Mauro Pili che cita fonti del Ministero della Giustizia. Se fosse confermato Cagliari direbbe addio a tutti i progetti di riqualificazione del bene.



ROMA – Addio a tutte le ipotesi maturate negli ultimi tre mesi sul futuro del carcere di Buoncammino. Gli spazi dell'ex carcere saranno occupati dagli Uffici esecuzione penale esterna e dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria della Sardegna. Attualmente si trovano nei metri quadri di via Tuveri. Entro marzo la vista cambia: dal pieno centro città a uno dei colli più pregiati del capoluogo sardo. Una previsione di spesa – da intendersi alla voce 'risparmio' – di 500mila euro l'anno, da parte del Ministero di Giustizia. Il totale dei denari si riferisce all'affitto annuale che viene speso per le stanze di via Tuveri. E un piccolissimo spazio – quello delle sezioni detentive – sarà visitabile le ultime due domeniche di ogni mese grazie alle visite guidate del Fai. All'orizzonte, tuttavia, l'acquisizione anche delle 'visite' da parte dell'Associazione nazionale polizia penitenziaria.

Il primo a dare la notizia è il deputato e leader sardo di Unidos, Mauro Pili. Che, verbalmente, è una furia: “Un signorotto che vuole l'ufficio con la bellavista su Cagliari ha deciso che non restituisce Buoncammino ai Cagliaritani. Zedda e Pigliaru”, per Pili, sono ”due inetti incapaci anche di far rispettare una norma costituzionale”. Il riferimento chiaro di Pili è “all'articolo quattordici dello Statuto sardo”. Prevede il passaggio di un bene, statale, alla Regione, nel momento in cui “cessa la funzione statale del bene”. Pili chiama a raccolta i sardi, promettendo di fare “un'azione giudiziaria collettiva per la sua restituzione. Il ministero mette a segno un grande scippo di un bene fondamentale per lo sviluppo della città capoluogo della Sardegna, con un atto arrogante e furtivo. Questi cialtroni di Stato sono convinti che siamo una loro colonia”.