Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Prigionieri del terminal senza navi «Siamo soli ma decisi a resistere»

Fonte: L'Unione Sarda
12 febbraio 2015

 

MOLO ICHNUSA. Parla Franca Bargone, imprenditrice titolare dell'agenzia di viaggi 


Nella tensostruttura di vetro, acciaio, cemento e speranze disilluse che venne inaugurato sette anni fa sul molo Ichnusa per accogliere i turisti delle grandi navi, i giganti del mare non hanno mai attraccato. Il terminal è rimasto un'incompiuta. Completato ma mai gestito. E dunque sfruttato. Un sogno di tremila metri quadri, per il veliero disegnato dagli ingegneri Sergio Murgia e Maria Sias e costato cinque milioni e mezzo di euro che oggi ospita solo silenzio, il brusio delle onde e l'agenzia di viaggi “Non solo crociere”. Un miracolo nel deserto del Molo Ichnusa.
I PIONIERI L'ingegner Vincenzo Cincotta (proprietario dell'agenzia marittima) e sua moglie, l'imprenditrice Franca Bargone (titolare dell'agenzia di viaggi) ci hanno messo piede sette anni fa, dopo aver ottenuto la concessione per due spazi di 90 metri quadri. «Soli eravamo allora, soli siamo oggi», racconta. «Dall'Autorità portuale abbiamo anche ricevuto diverse lettere per ricordarci che la nostra concessione è scaduta, per informarci che il terminal crociere ora ha un altro nome e si chiama spazio polivalente. Ma noi resistiamo».
IL CORAGGIO Franca Bargone ha la tempra della combattente. Di chi parecchi anni fa ha deciso di lasciare la sede di viale Diaz per investire sul veliero del Molo Ichnusa. Da allora ad oggi, «oltre ai ventimila euro investiti per attrezzare i locali e renderli idonei ad ospitare l'agenzia marittima e la collegata agenzia di viaggi, abbiamo speso circa cinquantamila euro», assicura l'imprenditrice. «Ciò che ci più infastidisce è che oggi ci hanno addirittura chiuso i cancelli, che siamo in qualche modo diventati dei prigionieri. Noi qui ci siamo arrivati solo perché altri hanno predisposto un bando per affidare locali e spazi a chi dava assistenza a navi da crociera e questo Cincotta e Bargone fanno. Da sempre. Ogni anno, da quando siamo qui, ci è stato detto che sarebbe cambiato tutto, che i progetti sarebbero partiti. L'abbiamo sperato, pur assistendo a rinvii continui. Poi ci hanno detto che saremmo dovuti andar via quando la società Ichnusa Marinas si assicurò la concessione bandita dall'Autority. Chiedemmo lumi, la società ci rispose che il nostro servizio poteva andar bene anche per il diportismo, per i progetti mutati». Insomma, per il terminal non più delle immense navi da crociera bloccate da fondali inadeguati e profondità insufficiente ma dei grandi yacht. «E invece abbiamo scoperto sui giornali delle zuffe. Siamo ancora qui, ora anche in attesa che si pronunci la Procura visto che, come abbiamo appreso anche in questo caso dai giornali, le carte della gara sono finite in mano alla magistratura», dice Franca Bargone.
I PROBLEMI Insomma, per “Non solo Crociere”, una montagna di difficoltà. «Con i cancelli chiusi siamo fantasmi, fortunatamente i nostri clienti ci conoscono da una vita e oggi si lavora molto sulla rete. Speriamo che qui si vada avanti in fretta, Cagliari deve diventare un po' come Olbia per il movimento delle crociere».
Andrea Piras