Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Buttati fuori casa senza preavviso»: protestano inquilini e commercianti

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2015


VIALE TRIESTE. Oggi le verifiche tecniche, se sarà tutto ok verrà revocata l'ordinanza di sgombero

 


Maria Rosaria Grauso, 73 anni, fissa i panni stesi al primo piano. «Mio marito è allettato, nostro figlio disabile. Da sabato mattina siamo divisi tra una stanza al Quattro Mori e la struttura di Terramaini», racconta. «Ci hanno buttato fuori di casa senza neanche darci il tempo di prendere i nostri effetti personali. Abbiamo solo un cambio, è vergognoso». È lei l'ultima ad aver lasciato il palazzo al civico 60 di viale Trieste. Edificio inagibile, vietato l'ingresso , informa il cartello appiccicato all'ingresso. Dalla maniglia penzola una catena di metallo: il portoncino è blindato. Così come tutta l'area attorno, imprigionata da un'infinità di transenne a strisce rosse e blu col logo del Comune. Dentro ci sono gli agenti della Polizia municipale, fuori gli sfollati. Otto piani chiusi a chiave e settantasei persone costrette a lasciare la loro abitazioni, dopo l'ordinanza di sgombero per rischio-crollo, consegnata agli inquilini giovedì scorso. Anche a Cristiana Murgia: «Non ci è stato dato alcun preavviso, siamo stati mandati via in poche ore, con grandissimi disagi», racconta con tono polemico. «Tra gli inquilini ci sono molte persone anziane e alcuni disabili. Chiediamo tutti la stessa cosa: poter tornare a casa nostra immediatamente». Alice Sarritzu si aggiunge al coro: «Ho dovuto chiedere ospitalità a un amico. Ormai è passata quasi una settimana, mi ritrovo a vivere una situazione paradossale senza avere alcuna responsabilità. Non mi hanno fatto prendere neanche le medicine». Coi clacson in sottofondo arriva anche un avvertimento: «Se non ci verrà consentito di rientrare nel palazzo ci incateneremo».
I COMMERCIANTI Ai disagi degli inquilini dell'edificio pericolante si aggiungono quelli dei commercianti. «Giovedì sera ho ricevuto l'ingiunzione di sgombero immediato», racconta Andrea Cara, titolare di Occhialeria, a pochi passi dal palazzo dei veleni. «Mi è stato imposto di chiudere l'attività, va da sé che ho dovuto disdire appuntamenti e rinviare scadenze. Non so chi sia il responsabile ma non posso certo pagare io per colpe che non ho», protesta. «Chiederò i danni», annuncia. Le polemiche camminano sino a via Roma. Al numero 66 Cristiano Buffa, proprietario di Duplex, copisteria e articoli per stampanti, osserva a il negozio deserto: «Non passa più nessuno, come faccio a lavorare?». La domanda va a vuoto, le lamentele pure. «Non sappiamo quando riapriranno la strada, non ci è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Possiamo resistere al massimo un mese, poi saremo costretti a chiudere». Simone Contu, dipendente del ristorante L'accademia dei gusti, prepara la sala per il pranzo: «Con la strada bloccata la clientela si è dimezzata. Continuiamo a lavorare ma con disagi grandissimi». L'attività accanto non se la passa meglio: «Siamo praticamente fermi», racconta rassegnato Roberto Fadda.
LA STORIA «Lo stato di degrado del palazzo era noto da tempo», sottolinea il sindaco Massimo Zedda. «C'è un'ordinanza del 24 luglio dell'anno scorso in cui è stato chiesto all'amministratore di condominio di adottare tutti i sistemi di messa in sicurezza per risolvere i problemi dell'immobile».
I lavori sono iniziati poco dopo, a spese dei condomini, che dicono di aver versato 40 mila euro. Poi lo stop imposto dal contenzioso tra il proprietario del negozio al piano terra e gli altri inquilini. A novembre ripartono, nello stabile vengono messi “puntelli pesanti”. Ma non sono bastati. Il resto della storia è la nota dei Vigili del fuoco del 4 febbraio: Nelle more degli interventi di consolidamento e ripristino strutturale, l'edificio è da considerarsi temporaneamente inagibile , recita il documento ufficiale. Si parla di «staffe rotte, lesioni e schiacciamento in atto dei pilastri, che può mettere a rischio la staticità dell'immobile». Segue l'ordinanza di evacuazione immediata arrivata il giorno dopo, per decisione del primo cittadino. «Il capo condominio ci ha avvisato che i lavori di messa in sicurezza sono stati conclusi, già da questa mattina i nostri tecnici effettueranno il sopralluogo. Ci vorranno al massimo un paio di giorni per tutte le verifiche, e se tutto risulterà fatto a regola d'arte revocheremo immediatamente il rischio-crollo aprendo le strade e facendo rientrare gli inquilini nelle loro abitazioni».
L'ultima parola spetta al Comune. Resta il paradosso di una città bloccata per incomprensioni di pianerottolo. Via Roma e viale Trieste blindate e gli automobilisti dirottati su strade alternative. Insufficienti per il carico di traffico.
Sara Marci