Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Soru: «Sì al ministero del Mezzogiorno»

Fonte: La Nuova Sardegna
11 febbraio 2015

Resta centrale la gestione delle risorse Ue. Cabras: «Bene l’attenzione sulle regioni». Pittalis: «Lo Stato ignora l’isola»


di Alfredo Franchini

CAGLIARI Rinasce il ministero per il Mezzogiorno. Il premier Renzi lo ha annunciato alla televisione: l’intenzione è quella di trasformare il ministero degli Affari regionali in un ministero del Mezzogiorno e a questo dicastero sarà affidata anche la gestione dei Fondi europei. Potrà essere utile alla Sardegna? I «La politica per il Mezzogiorno non esiste più», afferma Renato Soru, europarlamentare e segretario del Pd, «e il grande progetto dei Fondi per le aree sottoutilizzate, voluto da Prodi, è stato ridimensionato. Ma oltre alla questione dei fondi c’è da dire che noi non ci siamo negli investimenti dei grandi enti. Rete Ferroviaria investe cifre importanti ma non da noi. E quel poco che riguarda l’Anas è finanziato dalla nostra Regione utilizzando i fondi europei». Quindi - a giudizio di Soru - avere un ministero che rimetta al centro dell’agenda politica i ritardi infrastrutturali della Sardegna è importante. La missione dovrebbe essere quella di riannodare il filo spezzato che aveva legato la Cassa del Mezzogiorno diretta da Gabriele Pescatore, alle politiche di coesione di Fabrizio Barca al quale Azeglio Ciampi affidò la guida della macchina statale. Antonello Cabras, presidente della Fondazione Banco di Sardegna, ritiene che nella possibile riedizione del ministero per il Mezzogiorno ci possa essere «un’attenzione rinnovata a un tema irrisolto». Un problema che si è aggravato: mentre i tedeschi in una ventina d’anni hanno riunificato il Paese facendo crescere l’Est, l’equivalente del nostro Mezzogiorno, in Italia, a distanza di un secolo e mezzo dall’unità, i divari sono aumentati. «Non penso che Renzi voglia dar vita alla riedizione del vecchio ministero con logiche di un tempo che non sono adeguate all’attuale contesto», afferma Antonello Cabras, «il concetto della separazione del Sud nelle politiche di trasformazione del Paese non corrispondeva all’obiettivo. Ma la domanda è un’altra? La Sardegna si può considerare Mezzogiorno? Io sono convinto di no perché il nostro parametro è accompagnato da altri elementi come l’insularità e le caratteristiche demografiche in un territorio molto grande». Chi non crede alla necessità del nuovo ministero è il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Per questa proposta dovremmo rottamare Renzi. Non basta la forma ministeriale per affrontare i problemi. Per la Sardegna gli atti di governo sono pari a zero, c’è scarsa attenzione e lo vediamo anche dai piccoli segnali. Siamo stati noi, con la giunta Cappellacci, a lanciare il guanto di sfida al governo. E lo facemmo contro il ministro Tremonti che allora rappresentava una parte politica a noi vicina», dice Pittalis. L’idea di Renzi è quella di affidare al ministero i fondi Ue. «Le risorse in primo luogo devono essere spese», afferma Soru, «abbiamo ancora da spendere 380 milioni (sul vecchio quadro 2007-2013 Ndr), e altri 220 milioni di euro giacciono presso la Sfirs. Le statistiche dicono che abbiamo rendicontato buone percentuali ma ignorano che spesso si tratta di progetti messi in campo solo per non perdere quelle risorse». Un fatto che rimanda alla qualità della spesa. Per risolvere il problema, Soru lancia una proposta: «Serve una maggiore territorializzazione della spesa, Si devono individuare la grandi aree urbane come Cagliari, Sassari, Olbia, Nuoro e affidare a queste aree direttamente la programmazione e l’utilizzo delle risorse. Le nuove regole europee permettono di portare in periferia l’utilizzo delle risorse».