Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Scuola di qualità senza le pluriclassi»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 febbraio 2015

L’assessore Firino spiega le ragioni dei tagli: «I ragazzi devono studiare con i coetanei». Investimenti per 5 milioni


Sono ventinove, distribuite in tutte le Province, con prevalenza nel Sassarese. Rappresentano, tutte insieme, poco più di un quinto delle 169 pluriclassi presenti nell’isola. Ecco l’elenco dei Comuni nei quali saranno eliminate le pluriclasse della scuola primaria: Martis, Tergu, Santa Maria Coghinas, Codrongianos, Erula, Siligo, Chilivani, Padria, Cossoine e Nughedu San Nicolò in provincia di Sassari; Belvì e Torpè in provincia di Nuoro, Gesico, San Nicolò Gerrei e Segariu in provincia di Cagliari, Flussio, Tramatza, Siamaggiore e Morgongiori nella provincia di Oristano, Piscinas nel Sulcis, Osini in Ogliastra, Bassacutena in Gallura. Dall’anno prossimo non esisteranno più neppure le pluriclassi di scuola media a Codrongianos e Santa Maria Coghinas (Sassari), Villanovafranca, Ballao ed Esterzili (Cagliari), Torpè (Nuoro) e Osini (Ogliastra)

di Silvia Sanna

SASSARI Per capire le ragioni della scelta, dice che bisogna innanzitutto cogliere la differenza tra scuola e buona scuola. Cioè tra una preparazione di base e un’altra di livello superiore, adeguata all’età dei singoli studenti. Secondo l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Claudia Firino, la parola chiave del piano di dimensionamento scolastico non è “tagliare”, ma l’esatto contrario: «Vogliamo offrire a tutti i ragazzi, anche a quelli delle aree più interne e spopolate, la possibilità di studi adeguati esattamente come i coetanei che abitano in centri più grandi». E per farlo bisogna chiudere le pluriclassi, «dove si ritrovano nella stessa aula bambini e quasi adolescenti e dove gli stessi insegnanti devono barcamenarsi tra 2 o 3 progetti didattici insieme, con evidenti difficoltà a curare e seguire a dovere la preparazione dei singoli». Il progetto. Sono 29 le pluriclassi, tra primaria e secondaria di primo grado (le Medie) che dal prossimo anno scolastico non esisteranno più: gli studenti troveranno un’altra scuola «entro la distanza massima di 12 chilometri», perché è questo il criterio stabilito dalla giunta regionale che ha approvato il piano di dimensionamento. Il provvedimento riguarda 620 studenti, una goccia nel totale complessivo dei ragazzi che attualmente frequentano una pluriclasse. Le altre 140 – sparpagliate soprattutto tra Marmilla, Mandrolisai e Ogliastra – non saranno smantellate, «perché rappresentano la migliore forma di scuola possibile», spiega l’assessore Firino. La situazione di isolamento e le strade malmesse, in alcuni casi con collegamenti interrotti da tempo, provocherebbero notevole disagio alle famiglie. Solo se entro il prossimo anno scolastico i problemi logistici saranno risolti, allora è possibile che il numero delle pluriclassi tagliate si allunghi, «in caso contrario il numero non cambierà – precisa l’esponente di Sel –, perché il nostro fine è migliorare il servizio, garantendo continuità didattica, non aumentare i problemi». La scuola diffusa. Sinora ha funzionato, ma soltanto pochi Comuni avevano raccolto l’invito. Tra centri vicini sono incoraggiati gli istituti comprensivi diffusi: la materna da una parte, la Primaria a breve distanza, le Medie a pochi chilometri. «In questo modo i ragazzi potranno studiare insieme ai loro coetanei e contemporaneamente i paesi manterrebbero i presìdi scolastici». Le resistenze. Alcuni sindaci sono in rivolta. Le comunità si ribellano, dicono che l’eliminazione delle pluriclassi sarà un impoverimento. Dopo la farmacia, la Banca, dopo le Poste, ecco che pure la scuola fa le valigie. E anche se si sposta di una manciata di chilometri, spesso i pessimi rapporti di vicinato rendono quella distanza insormontabile. L’assessore Firino cita il caso di Santa Maria Coghinas: «La scuola di Viddalba si trova ad appena 1 chilometro e mezzo ma per l’antica la rivalità tra i paesi è probabile che molti ragazzi saranno iscritti a Valledoria, che è comunque un altro centro molto vicino, solo 6 chilometri. Io credo che sia tempo di smetterla, che tutti i Comuni debbano imparare a collaborare e a condividere i servizi, non possiamo più permetterci queste inutili divisioni. La Regione sta lavorando in questo senso: la provincia di Sassari, nella quale ricade il numero maggiore di Comuni, ha operato bene, spiegando ai sindaci le finalità del progetto. La maggior parte ha capito». I piccoli non si toccano. C’è un eccezione, e riguarda i più piccoli: non importa se i bambini sono solo una manciata, nessuno sarà trasferito. Tutti i presidì di scuola materna resteranno aperti, proprio con l’obiettivo di evitare disagi ai piccoli scolari e alle loro famiglie. Paga la Regione. L’investimento è di 5 milioni. I fondi serviranno per acquistare 40 scuolabus, pagare gli autisti, coprire le spese di benzina e manutenzione dei mezzi che saranno utilizzati per trasportare gli studenti. Le famiglie non sborseranno un euro. Investimenti anche per le pluriclassi che sopravviveranno: dove non è possibile la mobilità fisica dei ragazzi, si fa strada quella virtuale, con lezioni on line calibrate sull’età e sui diversi programmi di studio. L’isolamento si supera anche così.