Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Veleni e diossina nell'ex campo rom sulla 554

Fonte: L'Unione Sarda
5 febbraio 2015

A ridosso del muro di cinta ci sono anche piombo, rame, zinco e idrocarburi 

Da due anni e mezzo i bambini non giocano più su una bomba ecologica ma i veleni sono ancora lì, tutti, nell'aera dell'ex campo rom sulla 554: grandi cumuli di rifiuti carichi di diossine addossati al muro di cinta e, nel terreno, piombo, rame, zinco e idrocarburi. Contaminanti che non sono andati a fondo, a inquinare la falda d'acqua, solo grazie a uno strato d'argilla che ha evitato il disastro. È il risultato di molti anni di roghi che hanno appestato la zona e intossicato l'aria: tutti i dati sono contenuti negli atti sui quali vari enti (Comune, Provincia, Arpas e Regione) stanno lavorando per arrivare alla bonifica definitiva. Che, finora, ha avuto tempi lunghi.
A marzo del 2014 il Comune aveva indetto una gara per la rimozione delle sostanze pericolose (le collinette di diossina non sono nemmeno coperte con dei teli) ma nei giorni scorsi è arrivato il dietrofront: affidamento revocato, si legge in una determinazione del servizio Igiene del suolo, per «mutati presupposti tecnici». Quei rifiuti erano talmente pericolosi che, per smaltirli, era necessario il trasferimento fuori dalla Sardegna. Adesso le condizioni, spiegano dagli uffici, potrebbero essere cambiate. Per stabilirlo sarà necessario il documento finale della Ecotherm, società che ha condotto le analisi. Intanto nessuno li tocca.
Tra il 2012 e il 2013, in due interventi, sono state rimosse oltre 70 tonnellate di rifiuti vari: il campo era una discarica, per questo a maggio del 2012 il gip, su richiesta della Procura, aveva ordinato lo sgombero. Gli ospiti, anche molti bambini, sono stati trasferiti, l'immondizia inerte portata via. Mentre sono rimaste le scorie pericolose.
I referti delle analisi parlano chiaro: nelle collinette addossate accanto all'ingresso, sul lato di via Ticca, i valori di diossine erano altissimi. Nella parte superficiale del suolo i metalli sono in concentrazioni molte volte oltre le soglie di contaminazione stabiliti da tabelle ministeriali.
L'ultima conferenza di servizi per affrontare l'emergenza risale al 4 settembre scorso. I pareri espressi da Provincia, Regione e Arpas erano simili: emergeva una «contaminazione superficiale diffusa su tutta l'area» e da via Cadello, per le collinette di diossina, si chiedeva «l'immediato conferimento in idoneo impianto di smaltimento o recupero». La gara è in stallo, i veleni restano. Dal Comune assicurano una soluzione in tempi brevi.
Enrico Fresu