Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Treni sardi sul binario morto

Fonte: L'Unione Sarda
4 febbraio 2015

Confronto sulla rete ferroviaria. Il 13 via alle prove sulla tratta Cagliari-Sassari Treni sardi sul binario morto Linea veloce entro fine anno. L'assessore: «Non mi sta bene» 

Sul treno dei desideri ci salgono in molti, c'è folla, solo posti in piedi. Ma ora siamo sul binario morto. Insomma, i sardi portino pazienza (!) perché il desiderio - meglio: il sogno - di andare da Cagliari a Sassari in due ore è ancora una chimera. Per Orazio Iacono, direttore della divisione del trasporto passeggeri di Trenitalia, se ne parlerà a fine anno, ma l'assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana non ci sta. «Le prove dei treni Caf - tuona l'esponente del governo regionale - cominceranno il 13 febbraio (se questa data salta, m'infurio davvero) e dureranno un paio di mesi. Io, da maggio, solleciterò ogni mezza giornata l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie perché non si debbano attendere altri tempi biblici che certificano quanto sia ingessato il sistema ferroviario italiano».
LA CISL Il merito dell'incontro ravvicinato sul trasporto locale, e lo zoom su “Treno, supertreno e Trenino Verde” che ha dato il titolo al convegno di ieri, è tutto della Cisl. Sentire qual è lo stato dell'arte del sistema regionale è servito a capire meglio e ad attualizzare aspetti che rischiano di cadere nell'oblio, se non si tiene viva l'attenzione. A fare da apripista ci ha pensato il segretario generale della Fit-Cisl Valerio Zoccheddu che ha messo sul tappeto «i percorsi tortuosi delle ferrovie nella nostra regione», caratterizzati dalla chiusura di 15 stazioni e dalla convenzione tra Rfi e Regione. «Bisogna raddoppiare il doppio binario sulla Cagliari-Oristano, che raccoglie l'80% del traffico passeggeri, con la prospettiva di arrivare fino a Sassari». Ecco i numeri: 3,5 milioni di chilometri percorsi dai treni sardi, 44 milioni pagati dalla Regione a Trenitalia (12,57 euro a chilometro), 179 i treni nei giorni feriali, 150 soppressi a luglio e 900 i treni in ritardo. Ce n'è a sufficienza per dare il “la” alla tavola rotonda.
IL CONFRONTO Le stimolanti domande del giornalista dell'Unione Sarda Giuseppe Deiana sono servite per esempio ad ascoltare l'autocritica di Iacono: «Nel 2014 non ci siamo comportati molto bene con i sardi, ora vogliamo rimediare promuovendo ad esempio l'integrazione modale», cioè la possibilità di utilizzare il treno e il mezzo gommato. Il nodo gordiano è questo benedetto contratto di servizio, cioè i denari che la Regione sborsa (meglio: dovrà sborsare) perché Trenitalia si dia una mossa. «Stiamo trattando da sei mesi - annuncia l'assessore Deiana - e con Trenitalia ci vedremo anche questo pomeriggio. Segnalo però che non esiste concorrenza: ci muoviamo in enti apparentemente indipendenti l'uno dall'altro, ma tutti riconducibili alle vecchie Ferrovie dello Stato». L'accordo non è semplice: c'è una differenza di 2,5 milioni. Trenitalia spinge per «una durata di almeno nove anni, in modo che si possano compiere investimenti adeguati. «Sull'alta velocità, ad esempio, potremmo intervenire con nuovi orari e misure tecnologiche come l'Scmt sui treni Caf che consentono riduzioni della percorrenza».
ARST «Siamo un braccio operativo della Regione - spiega il numero 1 dell'Arst Giovanni Caria - e non abbiamo una funzione programmatoria: i nostri conti sono in ordine da quattro anni a questa parte, e, anche se perderemo qualcosa a beneficio del trasporto ferroviario, non ci saranno tagli». Linea, questa della salvaguardia dell'occupazionale, ribadita dallo stesso esponente della giunta regionale, davanti a un'attenta platea di lavoratori del settore che comprendeva anche la segretaria regionale del sindacato Oriana Putzolu (che ha rivolto un breve saluto).
FORTE CRITICA Pier Franco Devias, presidente del Fronte Indipendentista Unito non esita ad attaccare la Regione. «A luglio Pigliaru e Deiana sparavano la promessa del treno superveloce in corsa entro pochi mesi. Ora ci dicono che se tutto va bene a giorni inizia il collaudo e (forse!) a giugno firmano il contratto di servizio. Ma parliamo di soldi. Deiana l'estate scorsa disse che 44 milioni per il contratto di servizio da siglare con Trenitalia non sono sufficienti. Dobbiamo aggiungere almeno altri 7 milioni, poi tutto verrà gestito da Trenitalia che ci venderà i suoi biglietti. Vi ricordo che questi treni li abbiamo comprati noi con 78 milioni. Andatelo a spiegare a quegli emigrati che stamattina partono qual è la differenza tra le sparate propagandistiche e il reale utilizzo dei loro soldi».
Augusto Ditel
@augustoditel