Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La guerra del Lirico coinvolge anche il Pd

Fonte: La Nuova Sardegna
2 febbraio 2015

 

Frizione tra il Mibact di Franceschini e la giunta Pigliaru


di Walter Porcedda

 

 

 


 

 

CAGLIARI. Una parte del Consiglio di indirizzo (l’ex Cda) sceglie Angela Spocci come sovrintendente del Teatro Lirico e il Pd va nel pallone. Al termine di una lunga e tesa riunione, venerdì, il Consiglio d'indirizzo ha deciso di andare al voto scegliendo, dalla lista dei trenta curricula inviati al Teatro, il nome del candidato da sottoporre all'attenzione del ministro. Un atto atteso da oltre due mesi e ormai improrogabile. E' finita tre a due con la vittoria del presidente della Fondazione e sindaco Massimo Zedda.

Tutto a posto? Per niente. Al di là della laconica e breve nota emessa dal Comune (quasi una "semibreve" per restare in tema musicale) in cui si comunicava la scelta caduta sulla Spocci la realtà è molto più complessa di quanto si voglia fare apparire.

Il Consiglio d'indirizzo, nei fatti, si è spaccato a metà. Da una parte il rappresentante del ministero (dei Beni culturali (Mibact) il senatore Tore Cherchi (esponente di peso e prestigio del Partito democratico) e Francesco Boggio a rappresentare il socio privato, la Fondazione Banco di Sardegna – diretta da un altro pezzo da novanta del Pd, Antonello Cabras – che hanno indicato come loro candidato il nome del soprintendente Mauro Meli, che ha gestito con ottimi risultati l'annata 2014, conquistando abbonati e pubblico grazie alla qualità delle proposte artistiche e a una attenta programmazione, già in passato sovrintendente a Cagliari ma anche alla Scala di Milano e a Parma. Nome inviso, questo, all'altro schieramento, formato dal sindaco Massimo Zedda, rinviato a giudizio per l'affaire Crivellenti (tra circa un mese andrà a processo), il rappresentante del Comune, Mario Marchetti e – qui la sorpresa – Alessio Loi, portabandiera degli interessi della Regione. Ossia della giunta Pigliaru.

Insomma, per capire meglio: da una parte stanno il ministero guidato da un big del Pd com’è Enrico Franceschini e la Fondazione del Banco, dall'altra la Regione guidata da Francesco Pigliaru, che ha evidentemente dato indicazioni differenti. Non occorre essere dei politologi per capire che qualcosa non va nei rapporti tra il Pd, partito di maggioranza nel Paese e nella Regione, e la giunta di centrosinistra.

E' stato solo un problema di scarso coordinamento o invece, davvero, si tratta di visioni divergenti per quanto riguarda il futuro del teatro di via Alenixedda? Il cuore del problema infatti non è la lunga diatriba Zedda-Meli, onestamente poco comprensibile ai profani, ma la prospettiva da indicare a quella che è la più importante azienda culturale dell’isola. Il Lirico non è solo una questione cagliaritana, ma riguarda tutta la Regione.

Un importante luogo di creatività e arte, certamente, il Lirico. Ma, per chi fosse poco interessato al lato musicale, è soprattutto uno strumento potente di promozione turistica, punto di incontro tra salvaguardia dell'identità e della tradizione con la sperimentazione e la ricerca. Fabbrica della cultura che al suo interno ospita maestranze di tutto rispetto, una orchestra e un coro di buon livello. E' un capitale da preservare e sviluppare o lasciar decadere?

Il Lirico ha un problema economico che si trascina da anni – e non è certo l'ultima gestione ad averne le responsabilità – e va risolto con cura mettendo in sicurezza l'azienda. In tanti, tra chi hanno avuto responsabilità di governo, si sono comportati come degli struzzi mettendo la testa sotto la sabbia invece di risolvere. Individuando magari un percorso affidabile, in cui ci sia chiarezza sulle coordinate da seguire, dopo aver messo attorno a un tavolo tutti i soggetti partecipanti, cioè Regione, ministero, Comune e Fondazione, Banco di Sardegna.