Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Interrogazione sull'ex Marino

Fonte: L'Unione Sarda
26 gennaio 2015


LO SCANDALO. «Confusione assoluta, non c'è traccia delle revoca del bando di gara»

 

Il senatore Vargiu scrive al ministro dei Beni culturali

 


Non si placa la pioggia di denunce per chiedere che venga fatta chiarezza sul futuro dell'ex ospedale Marino. Il consigliere comunale del gruppo misto Paolo Casu, preoccupato per la “bomba ecologica” ha già annuciato la presentazione di un esposto in Procura. Ora è il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Sanità della Camera, a presentare un'interrogazione urgente al ministero dei Beni e delle attività culturali per denunciare una vicenda «ormai surreale».
Nonostante le dichiarazioni dell'assessore regionale all'Urbanistica Cristiano Erriu, che lo scorso dicembre aveva parlato di «alcune irregolarità» riscontrate dal suo assessorato che «rendono impossibile la stipula del contratto» con la società vincitrice dell'appalto, «ad oggi», sottolinea Vargiu, «non c'è traccia di alcuna revoca dell'annullamento del bando di gara». Si lamenta quindi «l'attuale situazione di confusione assoluta e di assenza di scelte, insostenibile per tutti i sardi, che dopo otto anni di un'interminabile procedura burocratica, sono costretti a prendere atto che è nuovamente al palo di partenza qualsiasi attività di qualificazione dello stabile ex Marino, totalmente inutilizzato come risorsa per lo sviluppo economico di Cagliari e della Sardegna».
La Prosperius, la società toscana che con ricorso al Consiglio di Stato si era aggiudicata la gara per la costruzione di un centro riabilitativo di eccellenza, avrebbe dovuto iniziare i lavori ad aprile dell'anno scorso. Ma dopo le dichiarazioni dell'assessore Erriu la situazione appare nuovamente punto e a capo. Anche il sindaco Massimo Zedda, che nella conferenza stampa di fine 2014 «ha ribadito la volontà di concordare con la Regione la nuova destinazione dello stabile», viene chiamato in causa. Per il «clima di grossolana improvvisazione, un'offesa per la città». (v. n.)