Rassegna Stampa

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Poetto, attesa della rinascita

Fonte: web SardegnaOggi.it
21 gennaio 2015

 

Sembra trascorso parecchio tempo da quando i cagliaritani concentrarono la loro attenzione sul Poetto. Iniziò tutto nell'estate del 1913. Anno dell'energia elettrica che di lì a poco portò i tram e, di conseguenza, l'apertura di un'area fino ad allora ignorata. Dopo aver placato la polemiche sulla costruzione degli stabilimenti balneari, la stagione poté avere inizio. Ma è nel 1924 che venne inserita quella che diventerà una parte storica per Cagliari. Concessi 283 mila metri quadrati, i casotti si fanno spazio fino a raggiungere i 37 edifici. Passano gli anni e la spiaggia si modernizza sempre di più. Compaiono i telefoni pubblici tra la sabbia, i grandi stabilimenti si vestono in muratura e si ha la costruzione di quella che è poi diventata la città estiva .
Nel 1934, iniziano i lavori per l'Ospedale Marino. Ma sono gli anni Quaranta a segnare il buio. Con l'arrivo dei nazisti, gran parte dei casotti viene completamente demolita. La ricostruzione risale al 1946: la prima fermata rimane però spoglia. Colpita dai bombardamenti, Cagliari dovette sfruttare la sabbia bianchissima per la ricostruzione, danneggiando inevitabilmente quello che era diventato un simbolo della città.
Sorgono sulla spiaggia ogni genere di manufatti: dai casotti a vere e propria casette in muratura, gli stabilimenti si moltiplicano e la frequentazione della spiaggia aumenta. È un nuovo inizio. Tuttavia manca un adeguato servizio di docce pubbliche e una rete fognaria.
Nel 1973 i tram vanno in pensione e vengono sostituiti da una rete viabile più efficiente. Gli anni ottanta vedono un ulteriore aggravarsi delle condizioni igieniche di tutto il litorale e in particolar modo di quella occupata dai casotti. La neve che li ricoprirà nel Gennaio dell'85 è come il simbolo di un inverno che li ha travolti per sempre, di un gelo che ha infranto l'incantesimo di un tempo.
I primi anni del nuovo millennio si mostrano come l'inizio di una lunga storia di errori che ha il suo culmine nel disastroso ripascimento. La sabbia finissima e bianca si è trasformata in mistura di sabbia grossa e conchiglie. E ci si ritrova oggi, sentendo la nostalgia dei tempi andati. Dov'è finita la spiaggia quasi africana cantata da Giaime Pintor?
È nel regno dei ricordi. Dunque non ci sono più speranze di rivedere il fiorente Poetto di una volta? I cagliaritani non sono così pessimisti. Se il Comune è disposto a finanziare un miglioramento di questa risorsa cittadina, col tempo, si spera che la spiaggia possa accogliere festival, concerti, attrazioni giovanili-tra cui gare sportive- e tanto altro che possa riavvicinare il turismo alla bella città di Cagliari.
Francesca Sanna,
Silvia Nieddu,
Laura Atzori,
Francesco Poma