Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«È il nostro palco: i cagliaritani sono nati e cresciuti qui»

Fonte: L'Unione Sarda
12 febbraio 2009

Testimonianze Il ricordo del pubblico 



Felici e contenti di riavere «il nostro teatro». I cagliaritani non hanno dubbi: «Ci piaceva il primo, ma questo secondo Massimo ci piace ancora di più». Non mancano i nostalgici, ma la platea ha voglia soprattutto di teatro e di spazi culturali confortevoli e accoglienti. «Qui abbiamo tanti ricordi, come la veglia della stampa e altre manifestazioni. Per me e le mie amiche è un ritorno al passato», dice Maria Giulia Sini , «cagliaritana doc».
Da oggi in poi al pubblico penserà Antonio Cabiddu , presidente del
Teatro stabile della Sardegna: «Offrire la nostra professionalità vuol dire portare a teatro un pubblico che abbiamo costruito in tanti anni di lavoro: la stagione di prosa conta circa 2500 abbonati e comunque Cagliari ha circa 40 mila presenze annue. Noi garantiamo una stagione di prosa con 13 compagnie per un complesso di 70 titoli. Siamo pronti a iniziare il 24 febbraio su questo palcoscenico, dotato di tutte le tecnologie che consentono di ospitare spettacoli importanti». Pronta al debutto Valeria Ciabattoni , direttore Cedac. «Porteremo in scena lo “Slava's snowshow” , spettacolo internazionale che ha visitato tutti i più grandi teatro del mondo: il russo Slava ha deciso di far partire la tournée italiana proprio dal Massimo».
Chi ha voglia di cultura e teatro è Giancarlo Biffi , attore dei cada die. «È una scommessa importante per la città: più teatri nascono più la barbarie si tiene a bada. In effetti il teatro è l'agorà dell'attività moderna, è il controcanto in qualche modo a quello che succede nel mondo: dal teatro si esce con qualche dubbio in più, non con qualche certezza. Forse è questa la grande magia». In platea Franco Ruggieri , memoria storica della città: «La mia è la testimonianza di un qualunque cittadino: siamo cresciuti nel teatro Massimo, noi cagliaritani. Dalla fine degli anni 40, quando siamo venuti a vedere le prime opere e rappresentazioni di prosa, i concerti, la nostra cultura si è formata qua. Oggi - ammette - è una grossa emozione e spero che il “secondo” Massimo sia la valida prosecuzione del primo, del quale si serbi la memoria attraverso documenti, cimeli e testimonianze del vecchio teatro».
Edoardo Bene , commercialista, lo ricorda bene il vecchio teatro, «quando ci venivo da ragazzino: per me che vivo a Milano e abito vicino al Piccolo, di cui ero un po' geloso, vedere il Massimo rinato mi rende felice». Stessa emozione per un'altra milanese, Grazia Abis , trapiantata a Cagliari dal '74: «Mi ricordo i tempi in cui lavoravo al teatro Manzoni di Milano ed ero al liceo». Francesco Atzeni è «un vecchio pensionato che ha conosciuto il vecchio Massimo, ma questo è più bello». Ada Lai , l'energica dirigente comunale, non perde di vista l'obiettivo finale: «Il Massimo, grande polo culturale che ospiterà grandi compagnie e porterà il nome della città di Cagliari in Europa, è il volano migliore per un'industria turistica, l'indotto e la cultura». (c. ra.)

12/02/2009