Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Casa abusiva a Molentargius: il Tar rimette in moto le ruspe

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2015


Respinto il ricorso del proprietario, metà bifamiliare potrebbe essere demolita

 


Il Tar non ferma le ruspe, che ora potrebbero buttar giù una parte della villa bifamiliare costruita abusivamente all'interno del Parco di Molentargius. Così gli avvocati che assistono i due fratelli proprietari delle case stanno valutando la possibilità di fare ricorso al Consiglio di Stato.
RICORSO RESPINTO Mentre per metà edificio, un mese fa, i giudici amministrativi avevano congelato l'ordine di demolizione, per l'altra parte il Tribunale ieri si è pronunciato diversamente. L'abitazione di Lazzarino Porcu non può essere salvata perché a imporre lo smantellamento, nel suo caso, è una sentenza della magistratura penale. Con l'ordinanza depositata 24 ore fa la seconda sezione del Tar Sardegna (presidente Francesco Scano, consiglieri Alessandro Maggio e Antonio Plaisant) ha dunque respinto il ricorso cautelare presentato dagli avvocati Eulo e Paolo Cotza per conto di uno dei due proprietari delle case costruite a Medau Su Cramu. Le conclusioni sono chiare: «Considerato che il provvedimento di immissione in possesso e l'ordinanza di sgombero e demolizione sono stati adottati dal dirigente del Comune su incarico dell'ufficio Esecuzioni penali della Procura», scrive il Collegio, «per dare esecuzione all'ordine di demolizione disposto con la sentenza 13 gennaio 1997 numero 77, confermata nei successivi gradi di giudizio, della Pretura circondariale di Cagliari», il ricorso viene respinto.
IL BIVIO Lo scorso 11 dicembre invece il ricorso cautelare presentato da Giancarlo Porcu, fratello di Lazzarino, era stato accolto e dunque il rischio di demolizione della sua parte di casa era stato allontanato, in attesa della sentenza di merito prevista per il 18 marzo. Questo nonostante l'abitazione sia affiancata all'altra e che entrambe risultino realizzate senza autorizzazione in un'area vincolata di grande interesse ambientale e paesaggistico. Inoltre gli ordini di demolizione erano stati imposti da autorità diverse: dal Comune in un caso, e dal Tribunale nell'altro.
I CONSULENTI Proprio nell'eventualità che una delle due abitazioni possa essere salvata dal Tar, la Procura e i difensori hanno nominato come consulenti tecnici alcuni ingegneri per studiare la situazione e capire se sia possibile abbattere soltanto una parte della casa bifamiliare. L'esito di alcune verifiche chieste dagli avvocati è arrivato ed escluderebbe questa possibilità. Si attendono però quelle disposte dagli inquirenti: se dovessero dare risultato contrario, il via libera alle ruspe sarebbe immediato.
Veronica Nedrini