Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sei mesi senz'acqua»

Fonte: L'Unione Sarda
9 gennaio 2015


VIA FLUMENTEPIDO. Protestano gli occupanti della ex scuola elementare

 

Gli abusivi: costretti a vivere dentro aule gelide


 

«Un altro Capodanno al gelo, con la prospettiva di restare ancora a lungo senz'acqua: è vita questa?». Danila Mura e il marito Jonata Puzzoni, 35 anni lei, 34 lui, abitano in un'aula delle scuole elementari di via Flumentepido dal 2012: stanchezza a parte, i loro volti raccontano lo sgomento per una situazione - la loro e quella di altre sette famiglie che occupano abusivamente un'ala dell'ex edificio scolastico di Is Mirrionis - complicata e difficile da risolvere. «Da qui», dice la donna, madre di due figli di 8 e 15 anni, «tutti noi vogliamo andare via. Conviviamo con il freddo, il pericolo di crolli, con servizi igienici precari, finestre senza vetri. Siamo senza un lavoro e ci arrangiamo per sopravvivere. Le condizioni da sopportare, per noi e i nostri figli piccoli, sono troppo dure».
Senz'acqua potabile da sei mesi. «A Capodanno», racconta la donna trattenendo le lacrime, «il Comune ci ha fatto il regalo di portarci l'acqua con un'autobotte. Ma è stata una strenna. Noi, pur abusivi, l'acqua potabile per bere, cucinare e poterci lavare la vogliamo senza doverla elemosinare». Fino a poco tempo fa era a portata di mano: «Poi qualcuno ha deciso di interrompere il servizio. Si trattava di una fontanella dove le famiglie della scuola facevano capo per fare le scorte». Chi può provvede con mezzi propri. «Mio marito», dice Mura, a lungo ospite di una casa famiglia, «ha un'Ape e fa il giro della città alla ricerca di rubinetti pubblici. Quando ne trova uno funzionante riempie i bidoni». Settimane senza farsi una doccia: «Ci laviamo in modo avventuroso. Ma i nostri figli a scuola vanno puliti e vestiti in modo decoroso. Quel che troviamo insopportabile è la mancanza di risposte del Comune. Di fronte alla nostra richiesta di avere una sistemazione adeguata, prende tempo. Sappiamo che qui vogliono costruire case popolari ma ancora non ci sfrattano, prolungando il nostro disagio».
L'interruzione del servizio idrico è stato un atto dovuto. «Un decreto Renzi lo impone per gli allacci abusivi», spiega Fabrizio Rodin, presidente della commissione comunale Politiche sociali. Prima o poi le famiglie di via Flumentepido dovranno lasciare le aule. «In caso di sfratto», assicura Rodin, «l'amministrazione non abbandonerà gli abusivi. Bisogna però distinguere: chi potrà contare su una sistemazione all'interno della propria cerchia familiare sarà incoraggiato a sfruttarla, per gli altri il Comune ha la possibilità di dare accoglienza temporanea in microappartamenti». La sede è in via Tiepolo. Appartamenti però già occupati da altri sfrattati storici. (p. p.)