Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La Storia in quelle carte»

Fonte: L'Unione Sarda
9 gennaio 2015


BUONCAMMINO. L'Università si offre per il riordino, gratuito, dell'archivio

 

Cecilia Tasca: dov'è la sovrintendenza archivistica?

 


Per salvare l'archivio del carcere di Buoncammino scende in campo l'Università. «Da subito e gratuitamente mettiamo a disposizione le nostre competenze per sistemare i documenti», annuncia Cecilia Tasca, docente di Archivistica del dipartimento di Storia, «abbiamo un pool di assegnisti ricercatori pronti a intervenire, anche subito: nel giro di un mese si può completare il censimento degli atti e organizzare il riordino archivistico».
I 150 anni di storia dei detenuti sono nelle mani di Bruno Acquas, ergastolano di Oliena, che ha accettato il compito di curare l'archivio e si è preso la briga di ordinare e cercare di salvare le montagne di carte conservate nei sotterranei del carcere appena dismesso. «Sono certa che chi se n'è occupato avrà fatto un ottimo lavoro ma deve essere riordinato seguendo le regole dell'archivistica», spiega la docente universitaria, «vanno separate le sezioni perché le parti che riguardano l'amministrazione devo essere separate da quelle dei detenuti, e vanno individuate le parti riservate che hanno meno di settant'anni e non sono divulgabili». Secondo Tasca quel patrimonio storico non solo è da salvare, ma chi di dovere sarebbe dovuto intervenire in tempo. «Dov'è la sovrintendenza archivistica? - si chiede - l'ente di vigilanza del ministero sarebbe dovuto intervenire per tempo: esiste proprio per questo, ma non agiscono».
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha annunciato che l'archivio raggiungerà presto i detenuti a Uta. «È normale e giusto che l'archivio segua il soggetto che lo ha prodotto - conferma Cecilia Tasca - ma deve assolutamente essere salvaguardato e riordinato, per poi poterlo rendere fruibile a tutti».
Per gli studiosi non si tratta di faldoni imbottiti di atti burocratici e amministrativi. «L'archivio del carcere è un patrimonio fondamentale per la storia criminale, sociale ed economica», commenta Francesco Atzeni, direttore del dipartimento di Storia dell'Università, «ma anche per tanti altri aspetti come mentalità e cultura ed evoluzioni dei detenuti, dei diritti e delle classi sociali coinvolte».
Centocinquant'anni di storia del carcere di Buoncammino, ma anche di quelli di San Bartolomeo, Castiadas, Santadi e Sanluri, raccontano la società moderna vista da dietro le sbarre, materiale appetibile per gli appassionati del settore. «Si tratta di un archivio di notevolissima importanza dal punto di vista della storia sociale, si pensi per esempio al caso di Emilio Lussu che avete raccontato sul giornale e ai tanti detenuti politici del fascismo», commenta il docente di Storia contemporanea, «in quelle carte è descritta la variazione sociale dei detenuti e una grande mole di informazioni come, per gli ultimi anni, la variazione etnica».
Anche il direttore del dipartimento di Storia sostiene che l'archivio vada sistemato nel modo corretto. «È un compito che spetta agli archivisti perché vanno seguite precise tecniche per la catalogazione, i documenti devono sempre restare nella sezione in cui si trovavano per rispettare l'organizzazione dell'istituzione nei vari periodi», conclude Francesco Atzeni, «l'archivio di Buoncammino va assolutamente tutelato e reso disponibile per la consultazione da parte degli storici».
Marcello Zasso


Su Tcs questa sera alle 21 uno speciale con le voci dei reclusi

Quale futuro per l'ex penitenziario?

La priorità è senza dubbio l'archivio ma bisogna concentrarsi subito anche per decidere il futuro dell'edificio che per 159 anni ha ospitato il carcere a Buoncammino.
Si tratta dello stabile più grande della città e, in mancanza di interventi, rischia un veloce decadimento. Per il momento l'ex carcere resta dello Stato attraverso il dipartimento di amministrazione penitenziaria anche se il sindaco Massimo Zedda ha annunciato di volerlo comunque aprirlo alle visite. Nel frattempo da diversi settori della società sono state lanciate idee: un polo museale, un centro per studenti, un hotel di lusso, un museo della memoria carceraria, un sito per installazioni artistiche, un luogo da destinare all'università.
In attesa che le Istituzioni decidano, questa sera alle 21 andrà in onda su Tcs la prima puntata di uno speciale dal titolo “Quattro mandate”. Antonello Lai trasmetterà il filmato girato dal cronista de L'Unione Sarda Andrea Artizzu all'indomani della chiusura di Buoncammino col trasferimento dei detenuti a Uta. Quindi riproporrà vecchie interviste a reclusi che hanno raccontato la loro vita in cella. Tra questi l'ergastolano di Sedilo Peppino Pes, Evelino Loi di Barisardo più volte entrato in carcere, Vinicio Fois arrestato per traffico di sostanze stupefacenti.
Sarà trasmesso anche anche un filmato registrato all'interno del carcere di Buoncammino tanti anni fa, con l'allora direttore Pasqualino Granata a fare da guida.