Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La radio suona musica swing

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2015


Teatro Sabato e domenica al Massimo di Cagliari 



G arbo e sincronia. Non è una produzione en travesti quello delle Sorelle Marinetti - in scena a Cagliari per il Teatro Stabile di Sardegna - ma una rievocazione dell'epoca di Radio Days nell'Italia degli anni Trenta. Sotto gli abiti e i gioiellini di Turbina, Mercuria e Scintilla, si celano tre ottimi professionisti in grado di cantare, ballare e recitare con sicurezza e levità.
Si rifanno al Trio Lescano, Nicola Olivieri, Andrea Allione e Marco Lugli, accompagnati sul palco da Christian Schmitz al pianoforte e Adalberto Ferrari al clarinetto. Ovvero alla celeberrima compagine formata dalle sorelle Leschan, nate in Olanda da un'acrobata ungherese e da una cantante di operetta e approdate a Torino ai tempi dell'EIAR.
Alexandrina, Judik e Catherine furono le regine dello swing, a partire dal 1836 fino agli Anni Cinquanta, e certo apprezzerebbero il recupero filologico dei loro brani riproposti in “Non ce ne importa niente”, spettacolo scritto da Giorgio Bozzo per la regia di Max Croci. Al Teatro Massimo, sabato e domenica, si sono risentite le note di “Camminando sotto la pioggia”, “Tulipan”, “Ti parlerò d'amor” e altri ritornelli d'antan.
E sono stati ricordati, nei brevi intervalli tra una canzone e l'altra, Wanda Osiris ed Erminio Macario, Liala e Pitigrilli, Gorni Kramer, Giovanni D'Anzi, Cinico Angelini.
Si è detto come le ragazze Leschan appena arrivate in Italia fossero state ingaggiate come ballerine acrobatiche all'Augustus di Genova, prima che Carlo Prato, direttore artistico dell'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, scoprisse la qualità delle loro voci e le facesse esibire con l'Orchestra Cetra di Pippo Barzizza.
Le Sorelle Marinetti usano il falsetto e ogni tanto si fanno sfuggire un tono baritonale, datosi che sono maschi. Non cedono mai alla parodia, non esagerano nelle movenze di una coreografia ben studiata. Sono signorine perbene, con le onde nei capelli e le maniche lunghe, tali e quali alle donne, nonne e bisnonne, cui fanno omaggio.
«Non sono fatale ma nemmeno banale», gorgheggia Mercuria, riproponendo testi che raccontano storie di pinguini innamorati e bambine ammodernate che crescono troppo in fretta.
A sipario chiuso, Giorgio Bozzo ha raccontato genesi e finalità di un'operazione nata per tutelare la memoria di un patrimonio melodico e culturale non trascurabile. Dopo, nel foyer, tutti gli artisti si sono soffermati a parlare con gli spettatori, non sottraendosi neppure ai terribili selfie.
Alessandra Menesini