Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fisco, le 12 “stangate” del 2015

Fonte: La Nuova Sardegna
31 dicembre 2014

Colpiti in particolare gli automobilisti. Confcommercio tira le somme sulla Tari


ROMA La Cgia di Mestre la chiama “sporca dozzina”, scomodando un film diretto da Robert Aldrich nel 1967: sono le 12 voci fiscali che aumenteranno nel 2015. Nonostante la conferma del bonus Irpef, la riduzione dell’Irap per le imprese e la cancellazione dei contributi Inps a carico delle imprese per i neoassunti, l’associazione di categoria giudica «preoccupanti» gli aumenti previsti. Le 12 voci individuate dalla Cgia spaziano dall’acqua potabile alla benzina e al gasolio; dalle multe ai pedaggi autostradali; dai prodotti alcolici alla tassazione dei fondi pensione. Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione, i più colpiti «saranno in particolar modo gli automobilisti e tutte le categorie professionali che utilizzano quotidianamente un auto o un camion, come i tassisti, gli agenti di commercio, gli autonoleggiatori o gli autotrasportatori. Ma coloro che subiranno gli aumenti più preoccupanti - aggiunge Bortolussi - saranno le partite Iva iscritte alla sezione separata dell’Inps. Per questi freelance l’aliquota passerà dal 27,72 al 30,72 per cento». La strada che il leader della categoria indica per uscire dall’attuale situazione di impasse è quella di «rilanciare la domanda interna attraverso un ripresa degli investimenti, una riduzione del carico fiscale e un conseguente incremento degli impieghi a favore delle famiglie e delle piccole imprese». Alla “sporca dozzina” della Cgia, poi, c’è da aggiungere il trio dei rifiuti Tarsu-Tares-Tari. Già dal 2013, secondo Confcommercio, con il passaggio dalla prima alla seconda, l’incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti è aumentato del 290%. Per le imprese della ristorazione ha raggiunto addirittura il 500%, con punte di oltre il 600% per l’ortofrutta e le discoteche. A questi aumenti si devono aggiungere quelli relativi alla sola componente dei rifiuti della Tari, che nel 2014 fa registrare un + 2,7%. «La causa - secondo Confcommercio - è da imputarsi prioritariamente al peso dei piani finanziari dei Comuni, sia in relazione al loro costo complessivo, sia a causa della loro estrema variabilità tra le diverse realtà territoriali. Situazione ancor più critica e ingiustificata se si considera che tale disomogeneità si registra all’interno di Comuni appartenenti non solo alla stessa Regione ma anche alla stessa provincia e che, pertanto, hanno parametri riferibili a popolazione, tessuto imprenditoriale, densità abitativa e condizioni territoriali quantomeno similari».