Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'Isola con quattro Province e mezzo

Fonte: L'Unione Sarda
30 dicembre 2014

ENTI LOCALI.

Primo sì alla riforma dopo 10 ore. Erriu: alla fine resteranno solo la Regione e i Comuni


E intanto arrivano i nuovi commissari Come un vestito già vecchio cui si concede un'ultima stagione, le Province sarde vanno verso la pensione con assetto rimodellato: si torna ai quattro enti storici ma con l'aggiunta della città metropolitana di Cagliari, l'unica destinata a sopravvivere. Perché la riforma varata ieri dalla Giunta (dopo dieci ore di riunione, ma anche su altri temi) guarda già a quando le Province saranno tutte cancellate. Per farlo serve però una modifica dello Statuto speciale, cioè una legge costituzionale, cioè un sacco di votazioni in Parlamento. E l'iter non galoppa.
I COMMISSARI Quindi le quattro Province (e mezzo) dureranno a lungo, come del resto la fine delle cosiddette Province nuove: nate nel 2005 e morte coi referendum del 2012. Ieri la Giunta ha scelto i commissari che rilevano quelli dell'era Cappellacci. Confermato solo Giovanni Carta a Olbia-Tempio.
Nel Sulcis va Giorgio Sanna , manager Enas, al posto di Roberto Neroni. Tiziana Ledda , direttore dell'area legale della presidenza, succede a Pasquale Onida nel Medio Campidano. Maria Gabriella Mulas , direttore dei servizi idrici della presidenza, sostituisce in Ogliastra Antonello Ghiani. Staffetta anche a Cagliari, commissariata a causa delle dimissioni del presidente Milia: Pietro Cadau cede l'incombenza a Franco Sardi , direttore del Bilancio.
NUOVO SISTEMA Sia le nomine che il disegno di legge di riforma (che ora passa al Consiglio ) sono stati proposti dall'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu. «Saranno i Comuni i veri protagonisti del cambiamento», ha spiegato: «I livelli di governo diventano essenzialmente due, Regione e Comuni».
La prospettiva della scomparsa totale delle Province lascia aperto il problema delle funzioni che esse gestivano: oltre 150, non solo strade e scuole. Gli strumenti di base per le politiche di area vasta saranno le Unioni di Comuni, per la miglior gestione di alcuni servizi: obbligatorie e formate da almeno quattro centri confinanti, con almeno 10mila abitanti in totale. Veri e propri enti locali veri con autonomia normativa, organizzativa e finanziaria.
Un livello più su stanno le Associazioni di Unioni, «una delle disposizioni fondamentali», nota Erriu: il loro compito sarà «l'esercizio in maniera coordinata delle funzioni di area vasta». Coincideranno alla fine con gli Ambiti territoriali strategici, di fatto gli enti intermedi eredi delle Province, anche come «articolazione territoriale dei servizi della Regione». Quanti? Impossibile dirlo ora: decideranno i territori. Unico limite, ogni ambito strategico dovrà avere almeno 180mila abitanti.
GRANDE CAGLIARI Della città metropolitana faranno parte i sedici Comuni della cintura attorno al capoluogo regionale. Il sindaco di Cagliari sarà anche sindaco metropolitano, e guiderà l'ente insieme all'assemblea formata da tutte le altre fasce tricolori.
REAZIONI Prima ancora che la Giunta ufficializzasse la proposta hanno parlato l'Anci e il Consiglio delle autonomie locali. «Né promozione né bocciatura», è il parere dei presidenti Pier Sandro Scano e Giuseppe Casti, che registrano «sintonia di fondo» e apprezzano la ricerca del dialogo da parte di Erriu.
C'è condivisione sul ruolo dei Comuni, l'associazionismo, il superamento delle Province con le Associazioni e il fatto che i confini saranno decisi «con i territori». Ma c'è «dissenso netto» sul minimo di quattro Comuni e 10mila abitanti per ogni Unione: questa parte «va ridiscussa interamente».
Giuseppe Meloni