Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Rabbia nel rione “punito” dal Cavaliere

Fonte: La Nuova Sardegna
10 febbraio 2009

MARTEDÌ, 10 FEBBRAIO 2009

Pagina 2 - Cagliari

CASTELLO






CAGLIARI. Macchine portate via dal carrattrezzi e per qualcuno persino la multa, e il tutto per aver parcheggiato in zone rese vietate alla sosta dalla sera alla mattina, senza il tempo necessario per essere avvertiti della variazione nella segnaletica. Miracoli che sa fare solo il Cavaliere, diventato sabato, in occasione della sua visita nel Palazzo Regio, l’incubo dei residenti del quartiere Castello.
«Sabato, quando Silvio Berlusconi è venuto in città per la campagna elettorale di Ugo Cappellacci, nel rione è successo il finimondo - racconta il presidente della Circoscrizione Centro storico, Gianfraco Carboni, subissato per l’intero fine settimana da decine di telefonate di residenti infuriati - Le macchine dei residenti erano di troppo, ma poiché nessuno lo sapeva è intervenuto il carrattrezzi». Stando ai racconti di Gianfranco Carboni e dei residenti, pare infatti che per rendere quanto più sicura possibile la visita del primo ministro il quartiere dovesse essere blindato: via le macchine, comprese quelle dei residenti, e via il traffico dal rione. Tuttavia l’organizzazione non è stata proprio come avrebbe dovuto essere: «I cartelli che indicavano il divieto di sosta - racconta Gianfranco Carboni - non sono stati sistemati 48 ore prima dell’evento, come previsto dalla legge, ma appena 24 ore prima. Così non c’è stato modo di informare i residenti». Così, sabato, a poche ore dall’arrivo del premier, le auto in sosta erano ancora lì, tanto che è stato chiamato il carrattrezzi per porarle via, e qualcuno s’è pure beccato una multa per aver sistemato la macchina in una zona che invece doveva essere regolare. Non solo: per buona parte della giornata ai residenti non è stato possibile entrare nel quartiere in auto. Così agli ingressi di Buoncammino e dei Giardini pubblici molti si son trovati i vigili urbani che intimavano di parcheggiare fuori dal quatiere e di proseguire a piedi. Un boccone amaro che a molti non è ancora sceso giù, e su cui si chiede di far chiarezza. (s.z.)