Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il lungomare dedicato a Capra

Fonte: L'Unione Sarda
18 dicembre 2014


Appelli e lettere al sindaco per ricordare la figura del grande industriale del Novecento

 

Il pronipote: mio bisnonno Amsicora portò il tram al Poetto


 

Lo chiedono un pronipote, consiglieri comunali e 400 mi piace su Facebook: «Il lungomare del Poetto dedicato ad Amsicora Capra». Un'altra scelta, dice Enrico (Eric) Capra, 35 anni, ingegnere e imprenditore, delegato regionale di Confindustria, «sarebbe riduttiva per quanto ha fatto e quel che ha rappresentato mio bisnonno per la città e l'intera Sardegna». Per caldeggiare l'intitolazione Eric Capra ha scritto una lettera al sindaco Massimo Zedda e ai consiglieri comunali. In tempi diversi rispetto al discendente del grande capitano d'industria della prima metà del secolo scorso, sono intervenuti con richieste di intitolazione di una via o piazza al Comune anche i consiglieri Enrico Lobina, Claudio Cugusi e Francesco Ballero. Alessandro Zecchino, giovane imprenditore di Monastir, ha creato un museo itinerante. L' Aim Amsicora Ichnusa Museum propone «un viaggio nel tempo ripercorrendo la storia di Amsicora Capra che diede tanto alla Sardegna, nonostante sia sconosciuto a tantissimi».
La recente proposta di Eric Capra al Comune ha quasi un sapore risarcitorio. «Credo», spiega l'imprenditore, «che mio bisnonno meriti quest'attenzione, e penso che il luogo dove lui prima e più di altri è intervenuto, il lungomare del Poetto, possa essergli dedicato».
La storia imprenditoriale di Amsicora Capra iniziò alla fine dell'800 quando subentrò al padre Giovanni Battista alla guida della Vinalcol. Capra creò e guidò importanti iniziative economiche. Sue la Vinalcol, la “Birreria Ichnusa” e la “Società Anonima Transatlantica” (con 6 piroscafi per le attività di import-export). Il pronipote: «In un periodo di grave crisi queste aziende diedero lustro e vigore alla città e alla Sardegna intera, creando ricchezza e migliaia di posti di lavoro». Il 70 per cento dei sardi ha avuto almeno un parente che lavorava per una di queste attività.
La Birreria Ichnusa, fondata tra il 1909 ed il 1910 dagli imprenditori Giorgetti e Birocchi, andò in fallimento nel giro di un anno. «Nel 1911 mio bisnonno, incontrando casualmente in Tribunale i due imprenditori, decise di rilevare la birreria che riaprì nei primi mesi del 1912 con la creazione di filiali e sedi operative in alcune regioni Italiane e in Germania». Amsicora favorì la costituzione di consorzi tra le aziende agricole, grazie alla quale si poté «migliorare la produzione e favorire le esportazioni del settore vitivinicolo e agricolo, facendo arrivare per la prima volta la nostra Regione ai primi posti su scala nazionale in questi settori».
Nel 1909, quando la società delle tramvie fondata da Luigi Merello si trovò in crisi con la conseguente “rivolta dei braccianti” ed i tram venivano gettati in mare, Capra la acquisì e la ribattezzò “Tramvie del Capidano e del Poetto”. Ridisegnò la rete filotramviaria della città e portò le linee al Poetto fino ad allora sconosciuto ai cagliaritani. Finanziò la costruzione degli stabilimenti balneari Lido e D'Aquila. «Dedicargli il lungomare sarebbe un riconoscimento alla sua memoria».
Pietro Picciau

 


«Rimase
sempre
un uomo semplice»

«Fu grande in tempi difficili», dice Enrico Capra riferendosi al bisnonno Amsicora. «Aveva qualità straordinarie, creò un vero e proprio impero ma restò un uomo semplice e altruista. Aveva grandi visioni e precorse i tempi creando con le aziende Vinalcol, la birreria Inchnusa e la società Anonima Transatlantica centinaia di posti di lavoro». Il padre di Amsicora, Giovanni Battista fu uomo del Risorgimento: «Conobbe e forse combatté accanto al generale Garibaldi. Ebbe tredici figli, tutti battezzati con il nome di un eroe». Al futuro capitano d'industria cagliaritano toccò Amsicora. «Nel 1909 rilevò la società “Tramvie del Campidano” fondata da Luigi Merello e cambiò la geografia della rete, allargandola fino al Poetto. Enrico Capra: «Perché non dedicargli il lungomare?». Filippo Petrucci, presidente della commissione Affari generali: «Per formalizzare la richiesta bastano poche firme». (p. p.)