Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La diversità culturale chiave per vincere le sfide del millennio

Fonte: La Nuova Sardegna
15 dicembre 2014

Il documento di intenti che ha chiuso la conferenza Mibact
Valorizzazione delle differenze e del dialogo interculturale


di Antonio Mannu

SASSARI “Tutte le terre, nella loro diversità, sono una sola terra, e tutti gli uomini sono dei vicini e dei fratelli .” Parole di Al Zubaidi, tutore di al Hakam II, secondo califfo omayyade di Cordoba, monarca amante della cultura e dei libri, che diede vita ad una biblioteca ricca di 400.000 volumi. Durante il suo regno fu intrapresa la grande opera di traduzione dei classici greci e latini, per la quale egli formò una commissione composta da mussulmani e cristiani. Un concreto gesto di dialogo tra culture diverse, per una civiltà, quella dell'Al Andaluz araba e spagnola, che dell'incontro tra le diversità fece un punto di forza. Ana Carreño Leyva, della Foundación El legado andalusí, ha citato Al Zubaidi in apertura del suo bell'intervento sull'operato della fondazione da lei rappresentata, nella seconda giornata di lavoro di una conferenza internazionale sui temi della diversità culturale, del dialogo tra le culture, del patrimonio immateriale. Iniziativa promossa a Cagliari dal Ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo, nell’ambito del semestre di presidenza europea. Centralità mediterranea La conferenza è stata aperta venerdì mattina dal sottosegretario ai Beni culturali a al Turismo Francesca Barracciu, che ha ringraziato la Regione Sardegna, il Comune e la Provincia di Cagliari, per il contribuito alla realizzazione dell'iniziativa, segnalando la loro capacità di cogliere l'importanza del tema e dell’opportunità, per la Sardegna e la città di Cagliari in particolare, di acquisire un ruolo di centralità e collegamento tra le due sponde del Mediterraneo. La Barracciu ha poi sottolineato la rilevanza del patrimonio immateriale, denominatore comune delle culture del nostro mare. Il sottosegretario ha quindi parlato della “Dichiarazione di Cagliari”, un documento prodotto ieri in occasione della conferenza, che intende dare un nuovo orientamento alle politiche culturali europee, ribadendo la valenza del patrimonio immateriale, affinché in futuro possa ricoprire un ruolo rilevante nell'agenda europea, anche sul piano delle risorse economiche per la sua valorizzazione. Saperi locali Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, dell'assessore alla Cultura regionale Claudia Firino, del commissario della Provincia di Cagliari Pietro Cadau e del prefetto Alessio Giuffrida, sono cominciati i lavori della conferenza. Tanti i temi toccati. Si è parlato di dieta mediterranea, riti del Carnevale e altre ritualità sacre e profane, di come questi ambiti diversi si possono proficuamente mescolare. In proposito, è stata di particolare interesse la relazione di Patrizia Nardi, responsabile scientifico della candidatura all'Unesco della rete delle grandi macchine a spalla italiane, di cui fanno parte anche i Candelieri di Sassari. La Nardi, da pochi giorni assessore alla Cultura di Reggio Calabria, da lei denominato assessorato all' Educazione, saperi e bellezza condivisa, ha parlato durante la sessione intitolata “Esperienze sarde ed elementi iscritti nella lista rappresentativa del patrimonio culturale dell'umanità”. Ha aperto il suo intervento dicendo che la bellezza è un elemento a cui dovremmo tutti pensare quando ragioniamo di patrimonio culturale, materiale o immateriale, perché è proprio la bellezza, che nasce dai saperi e dalla loro condivisione, che ne è la prima espressione. Appartenenze Nardi ha poi detto del senso di appartenenza che caratterizza le quattro comunità che, attraverso la rete, sono entrate in contatto, dando vita ad un proficuo lavoro di sistema e collaborazione tra soggetti diversi, che ha generato nuovi termini di valore, in cui ad esempio i campanilismi sono stati ridimensionati. Un'esperienza, quella della rete, importante e coinvolgente, per la quale il riconoscimento Unesco è certo un valore aggiunto, ma non quello fondante. Ieri, giornata conclusiva della conferenza, prima della diffusione della “Dichiarazione di Cagliari”, si è parlato di “Storie di successo in programmi di cooperazione e dialogo interculturale come fattori di sviluppo e imprenditoria culturale”. Memorie visive Di rilievo l'intervento della palestinese Rula Shahwan, che ha parlato del progetto Med Mem, dedicato alla realizzazione di un archivio di materiali audiovisivi che ha coinvolto 16 paesi e raccolto oltre 4000 documenti. La Shahwan ha enfatizzato l'importanza della costruzione di archivi, che sono un valore in se perché i documenti visivi e testuali che raccontano un evento sono strumento fondamentale di consapevolezza e memoria storica, ed ha sottolineato come spesso scarseggi la percezione dell’importanza di un archivio di qualità, pensato da uno sguardo attento, che parla della nostra storia e della nostra cultura. Tra gli altri interventi anche quelli di Chiara Solinas, antropologa sassarese, e di Antonio Deias dell'Isre (Istituto superiore regionale etnografico), che ha raccontato la storia dell’istituto e dell'importanza che lo stesso ha dato alla pratica filmica e fotografica per la conoscenza e valorizzazione della cultura immateriale.