Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Casa e canone Rai aumenti congelati

Fonte: La Nuova Sardegna
15 dicembre 2014

Presentati gli emendamenti dell’esecutivo alla legge di stabilità
Confermato un miliardo alle Regioni per allentare il patto


di Andrea Di Stefano

MILANO Obiettivo scongiurare il boom delle tasse sulla casa nel prossimo anno. L’emendamento del governo in commissione Bilancio del Senato alla legge di stabilità mira a far slittare al 2016 l’introduzione della “local tax”, che avrebbe dovuto sostituire e accorpare le attuale imposte comunali. Senza questa modifica, l’anno prossimo il tetto di aliquota previsto al 2,5 per mille - con la possibilità per i sindaci di salire al 3,3 per mille sull’abitazione principale, ma con l’obbligo di usare le risorse per ulteriori detrazioni - rischierebbe di salire al 6 per mille. L’aggravio secondo alcune stime potrebbe essere di 6 miliardi, dagli attuali 4 ad oltre 10. «I Comuni attendono una revisione generale, complessiva e organica della tassazione immobiliare. Ed è inoltre necessario che la prossima riforma sia definitiva» ha commentato Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile della finanza locale dell’Anci. «Non si può - argomenta Castelli - continuare a scaricare sui Comuni il compito di riequilibrare i conti dello Stato. Dal decreto legge salva Italia del governo Monti è prevalsa una pessima abitudine: tagliare i fondi ai Comuni e cedere loro capacità di imposizione fiscale. Un meccanismo che ha prodotto un trasferimento di responsabilità fiscali dal centro alla periferia, con la conseguenza che i Comuni sono i cattivi e lo Stato è buono». Anche l’Imu agricola dovrebbe rientrare tra gli emendamenti del governo e slittare al 26 gennaio 2016 con un rinvio di un anno come per Tasi e Imu. Complessivamente sono oltre 60 gli emendamenti del governo alla legge di stabilità per coprire «una serie di problemi generali», come ha confermato ieri a Palazzo Madama il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. La necessità di presentare un pacchetto così ampio di proposte di modifica è legato alla richiesta di evitare di sforare il termine ultimo per il deposito delle modifiche. Tra gli emendamenti, ne arriva anche uno che congela il canone Rai l’anno prossimo: i contribuenti dovranno pagare lo stesso importo versato quest’anno (mentre slitta per ora l’idea di far pagare il canone sulla bolletta elettrica). Confermato un miliardo alle Regioni per l’allentamento del patto di stabilità, con un emendamento del governo che conferma anche per il 2015 «il patto verticale incentivato». La copertura arriva attraverso fondi del ministero delle Finanze ed ha suscitato immediate reazioni positive dalle Regioni: è una notizia «sicuramente positiva - ha commentato Sergio Chiamparino presidente della consulta delle Regioni - anche perché consente ai Comuni maggiore flessibilità per liquidare debiti pregressi alle aziende che hanno già lavorato per la Pubblica amministrazione in particolare per interventi relativi al dissesto idrogeologico e alla sicurezza delle scuole. È auspicabile poi che la finalizzazione per le Regioni di tale intervento sia orientata alla riduzione del debito». Sono in arrivo anche 130 milioni di euro per la pulizia delle scuole: le risorse andranno a coprire le spese dei servizi offerti attraverso il sistema delle esternalizzazioni, da parte dei lavoratori Lsu e Ata. Sempre in tema di istruzione, si prevede l’esclusione delle spese per l’edilizia scolastica dal patto di stabilità per province e città metropolitane: il governo stanzia per questo obiettivo 100 milioni in due anni. Duecento milioni sono destinati al progetto aerospaziale attraverso la riduzione del taglio al ministero della Difesa. In arrivo novità sul fronte dei giochi. Con due emendamenti il governo dispone l’anticipazione al 2015 della gara del Lotto e lo stop all’aumento del Preu (Prelievo erariale unico) con la contestuale riduzione dell’aggio. Le entrate stimate sono nel primo caso 350 milioni il primo anno (circa750 in 4 anni) e 380 nel secondo, per un totale in 2015 di 730 milioni. Cinquanta milioni nel 2015, che salgano a 75 all’anno per il biennio 2016-2017, vanno per il piano aree urbane, vale a dire le periferie.