Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ateneo, sfida alla crisi

Fonte: L'Unione Sarda
10 dicembre 2014

UNIVERSITÀ. In calo studenti, docenti e soldi. Melis: «Si sopravvive»

Il 394° anno accademico al via tra le proteste 


Sono 394 anni per l'Università di Cagliari. Ma quello che si festeggia - ieri nell'aula del rettorato - non è certo dei migliori. È ancora un anno di crisi, figlio dell'epoca dei tagli e dei sacrifici che hanno messo a dura prova le sorti di tutti gli Atenei. Il primo a riconoscerlo è lo stesso rettore Giovanni Melis: «È una lotta per la sopravvivenza», soprattutto in regioni come la Sardegna dove il «gracile» sistema economico e produttivo non consente molte opportunità di collaborazione con l'istituzione-Università.
I tempi difficili sono la premessa che fa da sfondo all'inaugurazione dell'anno accademico 2014-15 (che inizia con 26.356 iscritti, 1.398 in meno dello scorso anno), il sesto del mandato Melis, l'ultimo della sua vita, con la benedizione della riforma Gelmini. Neppure dentro Palazzo Belgrano, dove si consuma la cerimonia solenne sotto le note dell'inno di Mameli e in presenza delle autorità regionali (dal presidente Pigliaru al sindaco Zedda) e militari, si respira aria di festa, come si intuisce già davanti all'ingresso di via Università.
IL BILANCIO «È stata dura far quadrare i conti», spiega Melis. Così dura che ha dovuto tirare un po' di qua e un po' di là la coperta sempre più corta del Ffo (fondo per il finanziamento ordinario), conquistandosi il titolo di «rettore dei tagli», «rettore della spending review» o, come l'apostrofano i sindacati, «il rettore solitario». Nel suo quinquennio, i fondi statali sono passati dai 136 milioni del 2009 ai 114 di quest'anno. E all'orizzonte, per il 2015, si profila una perdita di altri 5-6 milioni. Un'Università che ancora oggi paga il conto di una metamorfosi imposta dalle nuove politiche ministeriali: sotto l'era Melis le facoltà si dimezzano (da 11 a 6), si riducono i dipartimenti (da 47 a 33), diminusce il numero degli studenti (da 36mila agli attuali 26.356), dei docenti (da 1.200 a mille) e dei dipendenti («siamo abbondantemente sotto i mille», ricordano i sindacati). Eppure Melis non si arrende, mai l'ha fatto in questi cinque anni nonostante attacchi e proteste per molte delle sue decisioni. «Avrei preferito fare il rettore in tempi migliori - confessa oggi, a 5 mesi dalla fine del suo mandato - per esempio quando mi sono candidato per la prima volta nel 2006».
I RISULTATI Anche ieri che le voci di protesta non sono mancate, Melis ha voluto ricordare alcuni dei suoi «miracoli»: i 157 concorsi programmati quest'anno per i docenti (64 già espletati e 57 in corso) e i 15 (10 nuove assunzioni e 5 promozioni) per il personale tecnico-amministrativo (che in 5 anni ne ha perso 250 contro i 46 recuperati complessivamente), il calo dei fuoricorso (oggi meno di 11mila), le 4mila lauree all'anno, le tasse invariate, e il milione di euro a sostegno delle borse di studio. «Sono in corso investimenti per 75 milioni per potenziare le strutture per la ricerca e la didattica e le condizioni di sicurezza per gli studenti e il personale, aumentano gli scambi internazionali e si consolida il rapporto con il territorio», fa sapere Melis. Aumentate anche le risorse per la ricerca scientifica, grazie ai fondi di ateneo e privati, con eccellenti ricercatori che hanno riportato Cagliari fra i 21 atenei italiani tra i primi 500 del mondo nella classifica di Shanghai. L'altro risultato che per Melis è degno di nota è sull'attività sanitaria e, in particolare, la spinta al trasferimento dei dipartimenti e laboratori scientifici a Monserrato. Il rimpianto, per Melis, sarà quello di non poter vedere finiti i lavori nell'ex clinica Macciotta, futura sede delle facoltà del Polo economico e giuridico.
Carla Raggio